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I figli che fanno ridere
In casa nostra spesso c’è caos. «Ma come fai ad andare bene a scuola se studi con questo casino attorno?», ha chiesto un compagno a J. mentre facevano una ricerca a casa nostra. Rumore, pianti, urla, litigi, imprevisti, pasticci, ma grazie al cielo anche tante risate.
I nostri figli ci fanno ridere un sacco, fanno tornare il sorriso quando siamo stanchi e stressati, basta fermarsi un attimo, stare ad ascoltarli, giocare un po’ con loro. È bello sentirli parlare a loro modo del mondo: Matteo, di ritorno dal primo giorno di scuola, racconta: «La maestra ci ha fatto vedere un capitolario bellissimo!» (vocabolario).
A., dopo una solenne dormita durante un lungo viaggio in auto: «Mamma ho il coccitollo» (torcicollo).
J.:«Io lo so che lavoro fa la mamma, fa la scuolara».
A tavola i nostri figli non smettono mai di chiedere: «Mamma, voglio subito un pezzo grande di formigiano» (parmigiano).
A. mi guarda fissa negli occhi: «Di che colore è la tua popilla» (pupilla).
J. sta raccontando che la zia gli ha letto l’oroscopo. «Io sono leone, sono uno forte. Tu A. di che segno sei?». «Io sono ruggine» (vergine).
Una mia carissima amica ha chiesto ad A. di fare la damigella. Lei non sta più nella pelle. Qualche giorno dopo si lamenta: «Ma io non ho ancora fatto la paggella al matrimonio della Roberta?».
Decidiamo di andare tutti insieme alla Via Crucis decanale per le vie della città, la presiede il Vescovo, c’è un sacco di gente. A. sente il canto d’inizio e chiede: «Ma questa è la sigla?».
A. prova i suoi nuovi occhiali da vista, per un po’ li dovrà mettere: «»ìMa io non riesco a infuocare?» (mettere a fuoco).
Qualche mese fa usciamo di casa per andare dai nonni a piedi, la nebbia ci avvolge. P chiede: «Come mai c’è tutta quella sabbia in cielo?». Appena arrivati al mare P. ci chiede: «Ma il mare è il cielo che si scioglie?».
D’estate spesso i figli a fine pasto vorrebbero un dolce. P. adora il gelato: «Voglio il grand soleil alla caviglia» (vaniglia).
Sto coccolando la nostra piccola. P. mi guarda un po’ lamentoso e dice: «Tu adesso non mi mammeri più!» (ami, coccoli, voce del verbo mammare… boh!).
Per sopravvivere al caos, a volte affidiamo ai nostri figli qualche piccola incombenza. P.: «Ti ricordi mamma, io ho il compito di chiudere le coperte dei vetri» (gli scuri).
P. è il primo di solito a svuotare il piatto: «Aspetto un momento che devo infreddare le patatine».
J., preoccupato per la nostra salute: «Chi rischia di più in casa nostra per l’abete?» (diabete).
E poi a volte si va a caccia di lumache: «Mamma, guarda questa lumaca… è da guinness dei pirati».
A. di fronte alla torta di compleanno: «Dai, esprimi il desiderio». «L’ho insprinto»… e soffia sulle candeline.
Raccontateci le piccole creazioni dei vostri bambini, c’è un gran bisogno di cose semplici per cui sorridere. Buona festa della Repubblica a tutti.
Pubblicato il 02 giugno 2011 - Commenti (4)