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apr

Piccoli traumi

All’ennesimo trattamento contro i pidocchi a A. (8 anni) le dico che dovremmo tagliare i capelli. Lei, come sempre, entro pochi secondi inizia a piangere, il vulcano nella pancia si riaccende.
A “Io non li voglio tagliare. Ti ricordi quella volta che me li hai tagliati cortissimi?”

A quattro anni ho proposto ad A. di farsi fare un bel taglio corto. Io non sono una parrucchiera ma ormai ho parecchia esperienza. Lei ha detto va bene. Io ho tagliato. Lei si è guardata allo specchio:
“Sono strana!”. Io le ho detto che stava bene anche se era strana.
Lei ha  chiesto: “Chissà cosa mi diranno le mie compagne?”.
Io le ho detto che le avrei messo il gel. Lei è andata a scuola. La sua amica del cuore, appena l’ha vista: “Cosa hai fatto? Sembri un maschio!”.
Lei è riuscita a imporsi un sorriso e a non piangere. Non ha pianto fino all’uscita da scuola.

L. (7 anni) ha il terrore dei fuochi d’artificio ma non solo. Ha paura delle fiamme, dei falò e delle candeline, anche di quelle sulla sua torta di compleanno che detesta dover spegnere. Ha detto che una volta, in chiesa con i genitori, stava osservando le candele, le piacevano quelle fiammelle. Poi ne ha toccata una e si è scottata.

F. (9 anni) ha il terrore del vento. Lui è un calciatore appassionato, adora correre dietro alla palla ma solo se non c’è vento. Per il vento rinuncia a tutto pur di poter restare chiuso dentro. Scruta l’aria per capire il cessato pericolo. È agitato, niente sembra tranquillizzarlo. Lui racconta di un temporale di qualche anno fa: la finestra si è spalancata all’improvviso, ha gonfiato le tende. È successo in un giorno della settimana dove papà e mamma erano a lavoro e lui era dai nonni.

P. (4 anni) in vacanza, mentre era nella stanza dei fratelli più grandi (con un adulto che era un momento in bagno), è uscito senza dire niente per venirci a cercare e ha preso l’ascensore da solo. Quando questo ha iniziato a muoversi si è messo a piangere e urlare fino a che l’adulto si è accorto della sua sparizione e ha richiamato l’ascensore.

Piccoli e grandi traumi che lasciano segni evidenti. Cosa può fare un genitore? Tante volte noi adulti pensiamo che i nostri figli non possono soffrire di situazioni che a noi appaiono piccole, banali, di nessun valore. E invece….. e invece ciò che a noi appare piccolissimo, per loro può essere enorme. Non è ciò che si vede a determinare l’esperienza che ne fa un bambino, quando qualcosa di inaspettato succede. E’ ciò che non si vede, ciò che succede nella mente dei nostri figli: i pensieri non si allineano con le emozioni, succede molto di più di quello che loro possono digerire e resta dentro una sensazione di irrisolto. La traccia che ne rimane nel loro mondo profondo spesso si trasforma in problema, a volte addirittura in sintomo. Ripensando all’episodio dei capelli con mia figlia A. credo che a complicare le cose sia subentrato il fatto che a tagliarle i capelli sia stata io, sua mamma, la persona di cui più si fida. Si è fidata delle mie parole per poi trovarsi esposta a un’umiliazione per lei intollerabile. Da parte mia avrei detto due parole alla sua amiche per la delicatezza con cui l’ha stesa, ma quelle sono cose tra bambini. In effetti ciò che col tempo abbiamo dovuto medicare, è stata la possibilità di fidarsi delle mie parole e direi che le cose sono andate bene… a parte sulla questione capelli.

Quando i miei bambini hanno paura spesso li abbraccio, tenendoli stretti. Voglio che percepiscano che dentro di me possono mettere tutto ciò che la loro mente non riesce a contenere. Voglio che sentano che se loro sono spaventati, io li posso confortare, cerco di aiutarli a non rimanere intrappolati in emozioni che possono tenerli in scacco. E poi insieme contrattiamo piccoli passi per superare ciò che li angoscia. Per esempio con P. abbiamo stabilito che se andiamo in un albergo con gli ascensori, a lui scriviamo sulla mano a che piano siamo e il numero della nostra camera. È chiaro che non gli servirà ma pianificare una strategia lo fa sentire più sicuro.

E a voi è capitato di vedere i vostri figli sviluppare una paura che supera la loro capacità di controllarla? Cosa siete riusciti a fare per aiutarli a superarla? O magari voi stessi avete il ricordo di qualcosa che vi terrorizzava da piccoli? Ricordate l’origine di quella paura? Che ricordo avete del supporto dei vostri genitori? Aspetto i vostri racconti. Buona settimana a tutti.

Pubblicato il 30 aprile 2012 - Commenti (0)

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Barbara Tamborini

Barbara Tamborini, psicopedagogista, autrice di libri sull'educazione. Ha 4 figli.

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