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Una stalla in cui dormire
L’Inps, l’Istat e il Ministero del lavoro e delle politiche sociali hanno pubblicato in questi giorni il terzo Rapporto sulla Coesione sociale relativo al periodo 2011/2012 dal quale emerge un quadro allarmante sulla condizione di povertà di molti italiani: a rischio una persona su tre.
Il rapporto parla d’incremento del tasso di disoccupazione, aumento della condizione di povertà per le famiglie numerose e per quelle con membri aggregati. In leggero miglioramento le condizioni economiche degli anziani. A Milano e Roma si concentra il 70% dei quasi 50 mila senza fissi dimora. “Mamma , hai visto? Cosa fa quel signore per terra?”
Genitori che passeggiano con i loro figli nelle grandi città si saranno sentiti ripetere più volte questa domanda. Non è facile spiegare a un bambino che ti guarda con occhi increduli che qualcuno tutte le notti dorme per strada su un cartone. Sono proprio i bambini quelli che faticano a normalizzare ciò che normale non è: che degli uomini possano perdere la dignità in un angolo di strada.
Cosa possiamo fare noi per chi è in difficoltà? Come uscire dalla retorica e passare alla pratica?
Mi hanno raccontato in questi giorni una piccola storia che mi ha molto colpita. Noi abitiamo nei pressi dell’aeroporto internazionale della Malpensa. Siamo circondati da strutture alberghiere sorte come funghi per accogliere i viaggiatori in transito e in uno di questi era prenotata una stanza da un famiglia di Roma. Causa imprevisti la famiglia ha dovuto annullare all’ultimo il viaggio e ha chiamato l’hotel nella speranza di ottenere la cancellazione della prenotazione. I tempi utili per la disdetta però erano ormai trascorsi e quindi la stanza sarebbe stata comunque addebitata al cliente. Dopo qualche esitazione allora, il cliente ha deciso di confermare la prenotazione e, terminata la chiamata all’hotel, ha telefonato al centro Caritas più vicino all’aeroporto comunicando la disponibilità di una camera pagata nel suddetto albergo, della quale però nessuno di loro avrebbe potuto godere. I volontari disponevano di una lista di persone in condizioni di indigenza e tra queste, una donna senegalese con due figli, sistemata in un monolocale senza luce e riscaldamento per il mancato pagamento delle bollette. Hanno disposto che un volontario accompagnasse la donna con i bambini nell’albergo offrendo loro la possibilità di trascorrere una notte al caldo, di lavare i figli e di nutrirsi con un abbondante colazione il mattino seguente.
È evidente a tutti che questa non può essere la soluzione del problema e resta la gravità che una donna con due bambini possa vivere in queste condizioni. Quella notte confortevole però ha significato molto per questa famiglia, è stata una piccola boccata d’ossigeno in un’esistenza molto dura e poi ha evitato inutili sprechi. I complimenti vanno alla famiglia molto intraprendente che ha avuto la bellissima idea di contattare la Caritas. A me non sarebbe mai venuto in mente. Una cosa è certa: mi trovassi d’ora in poi nelle stesse condizioni proverei a fare la medesima cosa. Questa storia ci insegna a essere creativi nel fare il bene, per coltivare la speranza che nessuno debba più nascere in una stalla. Auguro di cuore un sereno S.Natale a tutti, ringraziandovi per l’anno trascorso insieme.
Ascoltate questa bellissima canzone delle Zecchino
Goccia dopo goccia nasce un fiume
un passo dopo l'altro si va lontano
una parola appena e nasce una canzone
da un ciao detto per caso un'amicizia nuova.
E se una voce sola si sente poco
insieme a tante altre diventa un coro
e ognuno può cantare anche se è stonato
da niente nasce niente, questo si.
(Goccia dopo goccia, 37° Zecchino d’oro 1994, E.Di Stefano e F.Fasano) http://www.youtube.com/watch?gl=IT&hl=it&v=tJ8CAeXoh4I
Pubblicato il 22 dicembre 2012 - Commenti (1)