23
apr

Antonello e tutta una famiglia in difficoltà

La famiglia di ANTONELLO, 42 anni, è sempre vissuta in condizioni modeste e tranquille fino a quando l’uomo, per patologie fisiche invalidanti, conseguenze ritardate di un incidente sul lavoro che lo aveva obbligato a una lunga assenza, ha perso il lavoro. Con le difficoltà economiche sopraggiunte, la moglie assillata dai problemi e dalle preoccupazioni per i figli che hanno rispettivamente 13, 11 e 2 anni, ha subìto un crollo nervoso. Ora entra ed esce da una casa di cura, mentre Antonello, che ha ottenuto una percentuale di invalidità del 50 per cento senza diritto a pensione, cerca disperatamente un lavoro fisso adatto alla sua menomazione fisica. Il gruppo caritativo che segue da tempo questa famiglia non può farsi carico totale dell’accumulo di debiti che si è verificato nel frattempo e che Antonello non è assolutamente in grado di pagare.

Pubblicato il 23 aprile 2012 - Commenti (0)
18
apr

Coletta, da Addis Abeba a una vita di stenti

COLETTA è una donna di 49 anni che vive sola e malata. La sua è stata una vita travagliata: cittadina italiana profuga da Addis Abeba, ha lavorato come tecnico di gestione in procedure informatiche in una società estera (non più attiva). Successivamente ha vissuto presso famiglie come baby-sitter o badante. La donna è affetta da obesità grave che ne limita fortemente i movimenti e, dal febbraio 2011, ha dovuto rassegnarsi alla definitiva interruzione di ogni rapporto lavorativo in seguito a una brutta caduta che le ha procurato un grave trauma al ginocchio e la frattura del polso destro. Coletta ora non riesce più né a pagarsi l’affitto né ad acquistare il necessario per vivere. E rischia di finire su un marciapiede. Le istituzioni contattate le hanno prospettato in futuro un possibile minimo sussidio, ma la domanda di invalidità civile che nel frattempo ha presentato, non è stata ancora esaminata, e sono pure lunghissimi i tempi perché possa venire collocata in una struttura di assistenza pubblica. Coletta ora sopravvive con le offerte di qualche persona buona che conosce la sua storia.

Pubblicato il 18 aprile 2012 - Commenti (0)
11
apr

Delia e famiglia, in ginocchio per la malattia

DELIA, 44 anni, sposata, con una figlia di 8 anni, è monoreddito e la sua famiglia sta lottando per la sopravvivenza. Solo lei ha un lavoro presso una cooperativa di servizi, mentre il marito affetto da spondiloartrosi e dolorose discopatie riesce a svolgere soltanto lavori leggeri e saltuari. La situazione è precipitata quando anche la salute di Delia si è incrinata. In seguito a intervento chirurgico al seno per carcinoma maligno, la donna ha dovuto sottoporsi a un pesante ciclo chemioterapico che l’ha molto debilitata, lasciandola priva di forze e impossibilitata a lavorare. La famiglia occupa un alloggio popolare di cui non riesce più a pagare né affitto né le varie utenze di casa. Le condizioni di Delia, già seriamente minate dalla malattia, sono ulteriormente aggravate dalla preoccupazione per il marito e per la bambina e le condizioni economiche sempre più precarie in cui si trovano a vivere.

Pubblicato il 11 aprile 2012 - Commenti (0)
03
apr

Samuele, 5 anni, si sta chiudendo. Aiutiamolo

SAMUELE, 5 anni, con un’inspiegabile regressione nel linguaggio e nei movimenti ha manifestato segni evidenti di cambiamento del comportamento. Dopo innumerevoli esami, la diagnosi è stata di “disturbo pervasivo dello sviluppo”, una sindrome che impedisce di rapportarsi normalmente con il mondo esterno. I genitori, con un’altra figlia di 14 anni, dopo molte peregrinazioni, hanno messo in atto per Samuele un complesso programma di cure mediche e psicologiche che va sotto il nome di Aba: “Analisi comportamentale applicata”. Il trattamento, che richiede l’opera quotidiana di persone qualificate con diverse competenze, ha già dato risultati positivi, ma solo se proseguito nel tempo si può sperare in un buon recupero di autonomia per il piccolo. Purtroppo, non è cura rimborsabile dal sistema sanitario e i costi non indifferenti hanno ormai prosciugato il reddito familiare che si regge solo sul lavoro del papà.

Pubblicato il 03 aprile 2012 - Commenti (0)

Associazione don Zilli

Chi volesse intervenire a favore di questo caso e di altre attività benefiche e culturali, che non possono essere segnalate singolarmente, mandi le sue offerte servendosi del c/c postale. n. 14365209, intestato a: Associazione don Giuseppe Zilli - Onlus - Il caso della settimana - Via Giotto 36 - 20145 Milano, oppure del c/c bancario IBAN: IT54 I030 6909 515 10000000 7890  presso Banca Intesa Sanpaolo spa, o utilizzando la Carta di Credito entrando nell' area donazioni del sito dell'associazione Don Zilli all'Associazione don Giuseppe Zilli onlus, oppure comunicare il numero della Carta di Credito e la data di scadenza telefonicamente 02.480.120.40, o con posta elettronica donzilli@stpauls.it ricordando di indicare la causale del versamento. Tutte le offerte vengono devolute in beneficenza, e comunque per fini propri dell’Associazione, in base alle indicazioni dei contribuenti e alle reali necessità, accuratamente controllate, dei casi proposti. Le richieste di aiuto, documentate, devono essere presentate per iscritto all’Associazione don Giuseppe Zilli - Via Giotto 36 - 20145 Milano - tel. 02/480.120.40. La loro pubblicazione viene decisa, a discrezione dell’Associazione, solo dopo i necessari riscontri.

Ogni erogazione liberale a favore delle attività dell'Associazione Don Giuseppe Zilli onlus è fiscalmente deducibili ai sensi dell'art.13 del D.Lgs. 4/12/1997 n.460 e dell'art.14 Capo VIII del D.Lgs. 14/03/2005 n.35.

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