27
feb
RITA, 31 anni, con un figlio undicenne e, da maggio dello scorso anno, tre gemelli, uno dei quali segnato da idrocefalia. Il suo compagno, che ha avuto a che fare con la giustizia, l’ha lasciata sola; risulta disoccupato e non contribuisce né al mantenimento dei figli né al pagamento dell’affitto. Rita, di estrazione familiare poverissima, è nullatenente; senza il sostegno caritativo non potrebbe assicurare ai figli neppure l’indispensabile, e la situazione va peggiorando giorno dopo giorno. Il bambino più grande, conscio della precarietà che lo circonda, manifesta il grave disagio che vive con un preoccupante deperimento fisico, disturbi del linguaggio e blocco nell’apprendimento scolastico. La critica condizione di questa famiglia ci è segnalata da un centro di ascolto parrocchiale.
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27 febbraio 2013 - Commenti
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21
feb
GIULIANA, 44 anni, nubile. Vive in appartamento d’affitto con il fratello celibe, gravemente ammalato. L’uomo è riconosciuto invalido al 100 per cento, ma senza diritto all’accompagnamento. Alla sua assistenza provvede la sorella, a sua volta parzialmente invalida per disturbi tiroidei e artrosici. Giuliana si fa in quattro, andando anche a fare pulizie, ma ha sempre tribolato per mettere insieme pranzo e cena e adesso è giunta allo stremo delle forze. Il fratello, peggiorato, richiede una presenza costante, ma il pagamento di affitto e utenze di casa senza il lavoro di lei si porterebbe via l’intera pensione di lui, e nulla rimarrebbe per vivere. Sulla drammatica situazione, lenita solo dagli aiuti della Caritas locale che ce l’ha segnalata, grava quindi, insieme alla precarietà quotidiana, la preoccupazione dell’affitto insoluto e il pericolo di finire sulla strada.
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21 febbraio 2013 - Commenti
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13
feb
SIMONE, 9 anni, è affetto da sindrome di Wiskott-Aldrich, una rara malattia genetica che colpisce il sistema immunitario. Già nefropatico, gli è subentrata una grave uveite con retinopatia che ha causato la perdita di un occhio e ora sta interessando anche l’altro. Il bambino si trova ricoverato in regime d’urgenza per trattamento specialistico, presso un centro lontano dal luogo in cui abita la famiglia. I genitori sono disperati; per il calvario di cure e di interventi a cui Simone deve essere sottoposto, e perché non hanno assolutamente mezzi per far fronte alle spese che questo comporta. La madre collabora due mesi all’anno presso un Caf locale, mentre il padre, che lavorava presso un’azienda di legnami, è disoccupato. Non hanno entrate, al di fuori del limitato sostegno dei parenti e dell’interessamento caritativo della comunità parrocchiale.
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13 febbraio 2013 - Commenti
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05
feb
VITALIA, 64 anni, per sostenere la situazione familiare resa difficile dalle condizioni di salute del marito e del figlio 42enne, ha sempre avuto bisogno di aiuto. Il marito è semiparalizzato a causa di infarto ischemico cerebrale. Il figlio, affetto da diabete mellito, sta perdendo la vista e ha subìto l'amputazione di un dito del piede colpito da cancrena. In famiglia vive anche l’altro figlio, 44enne, disoccupato per mancato rinnovo del contratto in un’impresa di pulizie. L’unica entrata è la pensione del marito invalido, appena sufficiente a coprire le spese del vivere quotidiano. Per le visite, le cure o l’assistenza straordinaria che spesso si presenta indispensabile, Vitalia è costretta a rinunciare o dipendere da prestiti che diventano ulteriori aggravi.
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05 febbraio 2013 - Commenti
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