Don Sciortino

di Don Sciortino

Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

 
12
ago

Il ruolo della stampa in un Paese democratico

Penso che lo sciopero dei giornalisti sia stata un’ottima cosa. Anzi, dovrebbe avvenire più spesso. È il solo modo per attuare, almeno per un giorno, un po’ di igiene mentale, lontano dai clamori di una stampa volgare che non informa, ma inquina le menti. L’alibi della libertà di stampa, definita baluardo della democrazia, è una grossolana menzogna. I giornali, soprattutto in Italia, sono solo strumento e fonte di potere. I cittadini non sono informati, ma plagiati con campagne di stampa calunniose. Vi è una sorta di conventicola tra direttori di giornali, che sembrano decidere insieme quali notizie pubblicare. Finiamola con la balla galattica che la stampa sia strumento di democrazia. Questo valeva nel secolo scorso, prima di Internet. E prima che il crollo morale dell’Occidente trasformasse i giornali in fonte di corruzione.
                                                                                      Lorenzo S.


Quello che tu dici, caro Lorenzo, è condivisibile. Soprattutto quando la stampa viene meno al suo dovere e i giornalisti smarriscono la propria autonomia e libertà di pensiero, abdicando al Codice deontologico. Quando cioè, più che cercare la verità e raccontare i fatti con obiettività, si prestano a giochi di potere, manipolando la realtà, usando le parole come pietre o proiettili, che uccidono il buon nome dei malcapitati. Ma stiamo generalizzando. Parliamo della degenerazione dei mass media. E non del vero ruolo che devono assolvere. Se tu tramutassi in positivo le tue opinioni sulla stampa, capiresti quanto sia indispensabile il ruolo dell’informazione in un Paese democratico. Internet, è vero, ci inonda di tutte le notizie possibili, ma non ci dà alcun criterio per valutarle. Se non ben gestito, aumenta il relativismo culturale e morale (tutto è messo allo stesso piano) e contribuisce a quel crollo etico cui fai cenno.

Pubblicato il 12 agosto 2010 - Commenti (19)
06
ago

La Chiesa non si confonda con i partiti

Le chiedo un commento su un breve passaggio della conferenza di un religioso, pubblicata da un quotidiano, qualche giorno fa: «La Chiesa», diceva, «deve fare politica, ma non scelte partitiche. Indicare, bensì, l’importanza del servire il bene comune non appiattendosi sulla partitocrazia».
SergioM. - Trieste

C’è poco da commentare. È una perfetta sintesi del rapporto tra Chiesa e politica. L’aveva ben espresso il Vaticano II, nella Gaudium et spes (n. 76), di cui ti riporto qualche stralcio. «La Chiesa in nessuna maniera si confonde con la comunità politica e non è legata ad alcun sistema politico... La comunità politica e la Chiesa sono indipendenti e autonome l’una dall’altra nel proprio campo. Ma tutte e due, anche se a titolo diverso, sono a servizio della vocazione personale e sociale degli stessi uomini… La Chiesa non pone la sua speranza nei privilegi offertigli dall’autorità civile. Anzi, essa rinunzierà all’esercizio di certi diritti legittimamente acquisiti, ove constatasse che il loro uso può far dubitare della sincerità della sua testimonianza». Troppo presto, per paura, abbiamo abbandonato gli insegnamenti del Concilio. Che è, ancora, tutto da scoprire. E, soprattutto, da applicare.

Pubblicato il 06 agosto 2010 - Commenti (1)
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