di Don Sciortino
Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.
15 apr
Sono tra coloro che speravano
in un accordo di governo tra
il centrosinistra di Bersani e il
Movimento 5 Stelle per realizzare
alcuni punti comuni sulla
moralizzazione della politica, la lotta
alla corruzione e all’evasione fiscale,
la semplificazione istituzionale.
E per prendere i primi importanti
interventi per la vita economica
e sociale, e alleviare il disagio delle
famiglie e dei giovani. Purtroppo,
mi sono illuso. Ora, gli obiettivi
dichiarati di Grillo e Casaleggio sono
quelli di far saltare il sistema dei
partiti e puntare a una maggioranza
assoluta del movimento al prossimo
giro elettorale. Sono preoccupato
di come si stanno comportando
i “grillini” in Parlamento, con
la loro adesione incondizionata
al “verbo” del capo. Non parlano
con i giornalisti né si fanno vedere
in Tv, sono sospettosi e avversi
a tutto, pensano di dover controllare
e giudicare tutti. Tantissimi, anche
cattolici, li hanno votati senza
conoscerli, ma avevano riposto in
loro molte speranze, in parte deluse.
Qualche settimana fa, ci avete
presentato una “famiglia 5 Stelle”
con la figlia neo deputata pronta
a partire per Roma con tanti buoni
propositi: perché non li intervistate
di nuovo per sapere cosa pensano
della drammatica situazione in cui
ci troviamo? E, soprattutto, qual è
l’impegno della giovane deputata
per salvare l’Italia?
Graziano V. - Parma
Il tempo della protesta è finito. Ora,
per il Movimento 5 Stelle sarebbe il momento
della responsabilità, per attuare
le riforme annunciate e per rinnovare
il Paese, devastato da anni di cattiva
politica di una “casta” inetta, ingorda
e inefficiente. Ma alle buone intenzioni,
finora è seguita solo una pessima
esibizione di inutile arroganza su
sterili posizioni e chiusura su tutto. Se
sperano così di conquistare, al prossimo
giro, tutti i seggi in Parlamento,
vanno incontro a una grande delusione.
Chi li ha votati, l’ha fatto perché
agissero da subito per il bene del Paese.
Se perdono questa occasione, che è
alla loro portata, in una prossima elezione
rischiano d’essere spazzati via.
Già, oggi, la delusione è tanta.
Pubblicato il 15 aprile 2013 - Commenti (2)
11 apr
Ho sempre cercato di insegnare ai miei tre figli un linguaggio educato,
senza cadere nella volgarità e credo anche di esserci riuscita. Ma cosa dire
ora che sentiamo, a destra e sinistra, un turpiloquio continuo da parte della
nostra classe politica e, soprattutto, da parte di un Grillo troppo “sparlante”?
Anche nei film dovrebbe esserci un freno alle parolacce, altrimenti che
esempio diamo ai ragazzi? Sono convinta che ci meritiamo un mondo
migliore, a cominciare dalle piccole e fattibili cose.
Annamaria - Treviso
Tra le piccole e fattibili cose per cambiare il mondo che ci circonda, potremmo
tutti fare uno sforzo per modificare il nostro linguaggio, evitando parolacce, volgarità,
doppi sensi e, soprattutto, le bestemmie. Ci eravamo illusi che anche la politica,
con l’uscita di scena di Bossi e del suo parlare scurrile (fin troppo tollerato
dagli alleati che dicevano di ispirarsi ai valori cristiani), avesse chiuso un capitolo
ignobile. Ci dobbiamo ricredere: al peggio non c’è fine.
Pubblicato il 11 aprile 2013 - Commenti (7)
13 ago
Ho sessant’anni. Sono mamma, moglie e nonna. Pensionata statale da
diversi anni. Ho lasciato il lavoro in tempo per seguire la mia famiglia
con tre figli, i genitori anziani e altri familiari alle prese con qualche
malattia. Ieri sera, ho ascoltato alcuni politici in Tv che dicevano tante
belle parole, propositi e rimedi per risanare il Paese e ridare fiducia
ai mercati che, coi loro meccanismi perversi, ci stanno dissanguando.
Ma non sono gli stessi che ci hanno portato a questo disastro? Dicono
che ora ci aspettano i sacrifici. Ma noi ci siamo abituati da tempo.
Loro, forse, no. Noi, come tantissime altre famiglie, abbiamo lavorato
duramente, cresciuto i figli, aiutato i familiari, e fatto quadrare i bilanci
di casa. Chi, invece, ha gestito la cosa pubblica, si è solo preoccupato
dei propri privilegi: stipendi, auto blu, pensioni e vitalizi, servizi gratuiti
ecc... Senza alcun controllo della spesa pubblica. Siamo tutti “nella stessa
barca”, ma a remare sono sempre gli stessi.
Carla - Brescia
Sentire la vecchia politica, cioè
quelli che ci hanno portato a un passo
dalla Grecia, dare lezioni ai cosiddetti
tecnici su come risanare i conti
del Paese, fa davvero ridere. Se la situazione
non fosse così tragica. Non
basta invocare le elezioni come la panacea
di tutti i nostri problemi. Né basta
il semplice consenso popolare per
diventare, automaticamente, saggi e
competenti nella gestione della cosa
pubblica. Ma come si fa ad affidare il
Paese a politici che non sanno trovare
nemmeno la soluzione per una
nuova legge elettorale? O, per dirla
tutta, agli stessi che hanno combinato
la “porcata” elettorale, che sembra
non avere più padri?
Pubblicato il 13 agosto 2012 - Commenti (11)
14 mar
Come può l’Europa condannare l’Italia per violazione del diritto internazionale verso gli immigrati, quando non ci dà l’aiuto necessario per far fronte a questa ondata di stranieri? A noi è chiesto di aprire le porte a tanti poveri disgraziati, ma l’Europa se ne disinteressa. Noi stavamo sprofondando, mentre le altre nazioni chiudevano le frontiere, lasciandoci soli nell’emergenza. C’è ancora umanità? Dove sta l’amore per il prossimo? Siamo tutti bravi, ma solo a condannare.
Piera
Il fenomeno dell’immigrazione non può essere scaricato sulle spalle di quelli che, per posizione geografica, si trovano a ridosso dei Paesi da cui fuggono tanti disperati. Così è per l’Italia, al centro del Mediterraneo, a poca distanza dalle coste nordafricane. Hai ragione, cara Piera, a richiamare la responsabilità dell’Europa per una politica comune verso gli stranieri. Ma ciò non ci dispensa né ci giustifica se violiamo le leggi internazionali. Certo, ci vuole umanità e amore per il prossimo. Ma dov’erano questi sentimenti quando, in nome delle nostre leggi (votate anche dai parlamentari cattolici), respingevamo in blocco i profughi, rimandandoli nelle prigioni libiche a subire torture o a morire? Il rispetto delle convenzioni internazionali sui rifugiati politici viene ancora prima del coinvolgimento dell’Europa per una politica comune sui flussi migratori.
Pubblicato il 14 marzo 2012 - Commenti (9)
02 nov
Da decenni, dai tempi della mia
militanza nelle file dell’Azione
cattolica, non compravo più Famiglia
Cristiana. Un giorno, nella sala d’attesa
di un dentista, mi sono messo a sfogliarne
una copia. Ho letto, con stupore, parole
giuste contro una classe politica inetta,
abbarbicata al potere e menefreghista
del danno che sta arrecando ai cittadini.
Mi colpisce l’indifferenza dei governanti
verso i giovani, i poveri e chi vive di stenti.
Bisognerebbe provare che cosa vuol dire
non avere i soldi per arrivare a fine mese.
Anch’io, fino a qualche anno fa, vivevo
in discrete condizioni. Dopo, con la
separazione e un lavoro precario, ho
sperimentato sulla mia pelle le difficoltà
della vita. Mi sconforta il baratro in cui
stiamo precipitando. Il cardinale Bagnasco
ha detto ai cattolici di impegnarsi per
le sorti del Paese. Ma come? Non bastano
belle parole o convegni. Occorre agire.
Avendo come bussola la moralità e il senso
del buon governo. Il Paese ci appartiene.
È di tutti. Non è affare privato di pochi.
Francesco - Vicenza
Fasce sempre più larghe della popolazione
stanno provando le difficoltà del vivere quotidiano.
Nessuno può negare la crisi, che colpisce
non solo il nostro Paese, ma il mondo intero.
Quel che davvero stupisce da noi è l’assenza
totale di un piano per uscire da questo nero
tunnel. Di cui, ancora, non si intravede la
fine. Un piano che sia condiviso da tutte le forze
sane e responsabili del Paese. Non è più
tempo di sterili contrapposizioni. O di difesa
del proprio orticello. Questo è un gioco al massacro.
Con tutti perdenti. Occorre guardare al
futuro. E al bene comune dell’Italia. I sacrifici
vanno equamente ripartiti. E mirare, soprattutto,
non a ciò che conviene all’uno o all’altro,
ma a quello che davvero giova a tutti e al
Paese. Questa è vera politica. Nel senso di servizio,
e non di potere. Qui si vede la differenza
tra lo statista e chi, invece, profitta della
politica per sistemare i propri affari.
Pubblicato il 02 novembre 2011 - Commenti (11)
22 ott
Mentre tutti i partiti, almeno a parole,
dicono di voler aiutare la famiglia, essa
con questa Manovra finanziaria pagherà
mille euro netti in più per salvare il Paese
dalla speculazione. Ma quale Italia
dovremmo salvare? Quella delle auto blu
e dei festini? Quella che chiede agli altri
di stringere la cinghia, mentre allarga
i cordoni per sé stessa? O il Paese delle
mafie che patteggia i voti? Certo, esiste
un’Italia migliore, che ha ben altri valori.
Ho due figli piccoli, e cercherò di farli
crescere bene, sugli insegnamenti di Gesù.
Il nostro Paese, purtroppo, è in una grave
crisi etica. Peggio di quella economica.
È questo dovrebbe preoccuparci di più.
Carlo F. - Venezia
C’è un’Italia migliore e maggioritaria rispetto
a quella che ha occupato la scena e che dà
un’immagine distorta del Paese. Anche al di fuori
dei confini nazionali. È l’Italia dei buoni sentimenti,
che si rimbocca le maniche ogni mattina,
che fa sacrifici per il futuro dei propri figli. È
l’Italia solidale, che ammortizza povertà, mancanza
di lavoro e futuro per i giovani. Ha solo
bisogno d’essere meglio rappresentata.
Pubblicato il 22 ottobre 2011 - Commenti (3)
07 set
Ho apprezzato molto la risposta che
ha dato, la settimana scorsa, alla
signora Gaia, una “pecorella smarrita”.
È un periodo in cui la Chiesa è attaccata
su molti fronti, dall’Ici all’8 per mille.
Ma il bene che fa è così invisibile? Eppure,
le case d’accoglienza, le mense per i poveri,
sono diffuse su tutto il territorio. Nella
mia città ce ne sono tre, una gestita dalla
Caritas, le altre due da suore. In una ha
operato come volontario anche mio marito.
Conosco stranieri che grazie alle suore sono
riusciti a trovare un lavoro e a integrarsi.
La Chiesa fa tanto per chi soffre, per gli
emarginati, per gli ultimi. Dà da mangiare
agli affamati, eppure si vuole cercare
“il pelo nell’uovo”. In questi tempi, si sta
impegnando per i profughi che arrivano
a Lampedusa. Ma questa notizia non
interessa i media nazionali, hanno altro
cui pensare. È facile puntare il dito. Più
difficile l’impegno personale. Propongo
a Gaia di rimboccarsi le maniche, forse si
sentirà meno smarrita.
Alma B. - Lodi
La Chiesa non è fatta solo di santi. Ci sono
peccati e peccatori.Ma spararle addosso, come
avviene periodicamente, prendendo a pretesto
false notizie su presunti privilegi, ormai è stucchevole.
Se non fosse ancora chiaro, lo ribadiamo:
solo i luoghi di culto e le attività destinate
ad attività sociali non pagano tasse. E questo
vale anche per le altre confessioni che hanno
intese con lo Stato. Voler tassare la solidarietà
è aberrante. Se per un giorno si fermassero preti
e parrocchie, si bloccherebbe l’Italia.
d.A.
Pubblicato il 07 settembre 2011 - Commenti (9)
29 giu
Perdoni questo mio sfogo: è di oggi la notizia che il vertice di una nota azienda è stato arrestato. Sono disgustato. Ma com’è possibile che, ogni giorno, riceviamo notizie di truffe, evasione fiscale, comportamenti illeciti. Ci mancava solo il calcio scommesse! Ai tempi di mio padre l’onestà era un valore. La Chiesa deve ribadire che il denaro non è l’unico scopo della vita. Ovunque mi giro, non sento altro che parlare di soldi e consumi.
La frode è all’ordine del giorno. Mia figlia lavora per cinquecento euro al mese. Non parliamo poi dell’esempio dei politici. Io non sono un santo, ma rispetto tutti. Bisogna lottare per cambiare questo sistema e per dare spazio alle persone oneste.
Carlo
Quando la furbizia è la massima virtù nazionale vuol dire che il Paese è malato. Ci vorrebbe una “cura da cavallo” perché si riprenda subito. Prima che corruzione, evasione fiscale e comportamenti illeciti si trasformino in una via senza ritorno.
L’onestà è ancora una virtù. Non certo delle persone deboli, ma di quelle forti. Come dovrebbero essere, più degli altri, gli “eletti” a rappresentarci e a gestire la “cosa pubblica”. Purtroppo, la realtà ci porta coi piedi per terra. Perché assistiamo a una classe politica poco credibile.
Qualsiasi riforma che richieda ancora sacrifici ai cittadini, se non tocca prima i privilegi e le laute prebende dei nostri parlamentari, non è credibile. È triste constatare come in momenti di ristrettezze e sacrifici per tutti, chi non tira mai la cinghia è la “casta”. Lo spropositato costo della politica, che toglie risorse alle famiglie e al sociale, non è più tollerabile.
Pubblicato il 29 giugno 2011 - Commenti (6)
26 gen
Il capo dello Stato si dice “turbato”. Il quotidiano
dei vescovi parla di vicenda “sconvolgente”.
L’interessato fa finta di niente, anzi
nega tutto. Non vuole fare chiarezza e tuona
contro tutti. Gli danno man forte ministri e
mezzo Parlamento, compresi i cattolici dichiarati!
Si scatenano in sua difesa Tg di Stato
e Tv di sua proprietà. Eppure, molti mesi
fa, la moglie l’aveva detto che suo marito era
ammalato. Come ritorsione, sui giornali di famiglia,
è stata pubblicata la foto di lei, madre
dei suoi figli, mezza nuda. Per dire che
era una “poco di buono”. Potremmo concludere:
“Signore liberaci dal male”! Ma, siamo
noi cittadini, noi cattolici, che col silenzio assordante
assecondiamo potere, cinismo e immoralità.
Occorre reagire. Prendiamo carta e
penna, oppure via e-mail o Web, e scriviamo
a tutte le autorità, a tutti i mezzi di stampa
per dire che siamo stufi, che ci vergogniamo,
che siamo scandalizzati di questo sfruttamento
dei corpi e delle menti. Risvegliamo la nostra
coscienza cristiana!
Roberto T.
Siamo abbonati da anni a Famiglia Cristiana
perché la consideriamo una voce semplice
ma “alta” nel desolante panorama della stampa
italiana. Tanto più quando, con coraggio,
prende posizione contro i disgustosi comportamenti
di chi ci governa. Come può la Chiesa
sostenere un “satrapo” corruttore, che disattende
le posizioni evangeliche sui migranti, si
allea coi peggiori Governi del mondo, partecipa
alle giornate per la famiglia e poi è accusato
di orge e festini? E, soprattutto, non fa niente
per la ripresa economica e per l’occupazione
giovanile. Perché la Chiesa soffoca le voci
profetiche di tanti preti, che non vogliono assoggettarsi
a questo potere? Continueremo a
comprare e leggere Famiglia Cristiana,ma facciamo
fatica a riconoscerci in questa Chiesa.
Stia bene lei, si riguardi, e persista nella sua
battaglia etica e civile. Per essa soffrirà, ma
sappia che i suoi lettori (e siamo la maggioranza)
sono con lei.
Mario Q.
Sono rammaricato. Speravo che la politica
potesse prendere una direzione più vicina agli
interessi delle famiglie, ai problemi dei lavoratori,
all’educazione dei figli. Ma, alla luce di
quanto sta succedendo, altro che cambiamento!
Viviamo in una società sempre più squallida,
dove dominano “escort” e “papponi” vari.
Che esempi diamo ai figli?
PietroS.
Cosa deve ancora succedere perché la Chiesa
prenda una posizione più netta? Sono sconfortato
da tanta diplomatica prudenza. Se si ha
paura a parlare chiaro, non si è vere guide. Il
Vangelo non è diplomatico, indica la verità e
la testimonia. Giovanni Battista ci ha rimesso
la testa, non l’ha nascosta sotto la sabbia. Col
silenzio si legittimano comportamenti immorali
e anticristiani. Povero mondo cattolico, così
supino e incerto! Mi vergogno di questa Italia
e di chi la rappresenta.
Fausto A.
Finalmente, la Chiesa solleva il suo manto
di inopportune protezioni verso personaggi
di primo piano della politica. Auguriamoci
che torni a essere la “casa di Dio” e non il deposito
di “voti politici”. Quanto tempo ci vorrà
perché la Chiesa riconosca che l’attuale sistema
economico, con tutti i suoi bisogni aggiunti,
è peccato? Il Papa, più volte, ha invocato
una Chiesa povera e libera.
Antonio E.
Da fedele lettore non posso che congratularmi
con lei per la barra dritta che avete sempre
tenuto. Tacciati di faziosità per il coraggio di
dire la verità. I penosi fatti di questi giorni dimostrano
che le vostre critiche a uno “Stato
delle banane” più che a una nazione civile,
erano corrette. Mentre gli operai di Mirafiori
fanno sacrifici per il posto di lavoro, chi ci governa
scialacqua soldi e gioielli per “allietarsi”
le serate con ragazze senz’arte né parte.
Non è moralismo. Ma il distacco tra la politica
e il Paese è abissale.
Giuseppe F.
Vivo all’estero e vi leggo via Internet. Mi
complimento con voi per lo sforzo di tenere vivi
i valori morali. Al di là dei fatti inqualificabili,
l’atteggiamento di chi ci governa è un insulto
alla nostra intelligenza. Stiamo parlando
non di una persona qualsiasi, ma del presidente
del Consiglio. Per questo, non si può essere
indulgenti e far finta di niente. Come,
purtroppo, fanno tanti cattolici. Noi italiani all’estero
siamo molto preoccupati per la nostra
patria, per le gravi conseguenze sociali ed economiche,
per la mancanza di lavoro e di futuro
per i giovani. Mentre, oggi, le priorità del
Governo sembrano altre. E tutto finisce nel
pettegolezzo.
Renzo B. - Venezuela
Sono un marito felice. E, soprattutto, un papà
orgoglioso della mia piccola Chiara di sei
anni. I miei genitori mi hanno educato a essere
coerente con la fede. La nostra bella Italia,
ancora una volta, è devastata dalle nefandezze
di un “piccolo uomo” che, incurante del dovere
del buon esempio, fornisce prove amorali.
Squallore e depravazione rendono bene
l’immagine. La “mia” Chiesa deve prenderne,
con forza, le distanze. Se proprio dobbiamo
“contestualizzare” le bestemmie, non facciamo
altrettanto con questi comportamenti. La
misura è colma. Non mandiamo alla deriva i
nostri valori. Il nostro compito di genitori è
sempre più arduo.
Leo C.
Sono una giovane napoletana, che sta attraversando
uno dei momenti più belli della vita.
Tra poco più di cinque mesi, darò alla luce
il mio primo figlio. Ho sempre cercato di mettere
in pratica i valori cristiani, che i miei genitori
mi hanno inculcato. Sono indignata di
quanto sta accadendo in questi giorni in Italia.
Non giudico nessuno, ma il “caso Ruby”
ha raggiunto livelli di “sudiciume morale” incredibili.
Non trovo altri termini. Perché il
nostro premier non va dai giudici, come ogni
italiano? Perché la Chiesa non chiede che si
faccia questo? Quanto sta accadendo è peggio
di qualsiasi bestemmia strappata e rubata
in un reality.
Anna M.
Al Vaticano stanno più a cuore gli “atei devoti”,
specie se potenti, o i fedeli “poveri di spirito”
del Vangelo? Le cronache di questi giorni,
come credenti ci impongono una chiara presa
di posizione. Tacere è connivenza. L’impatto
negativo sui nostri giovani è evidente anche a
chi non vuole aprire gli occhi. Com’è stato possibile
dare giustificazione dottrinale a una bestemmia
per l’insopprimibile voglia di raccontare
una barzelletta? O disquisire su una disinvolta
partecipazione all’Eucaristia, mentre tante
persone sono inibite dall’accostarsi al sacramento?
Nella fede non ci sono salvacondotti
speciali per nessuno.
Luciana P.
Vorrei farle i complimenti per la chiarezza
con cui espone le sue posizioni, senza lasciarsi
intimorire dai potenti. Come cittadina sono amareggiata per lo scandalo cui stiamo assistendo.
Oggi, ho appreso dai Tg che Berlusconi
si sente parte “lesa”. Sappiamo quanto sia
abile amescolare le carte, ma siamo tutti noi a
doverci sentire parte “lesa” nell’essere rappresentati
da lui! Il degrado morale in cui ha portato
la politica non ha bisogno di commenti.
Vorrei rivolgermi ai cattolici presenti in Parlamento:
il Paese ha bisogno d’essere governato
da persone moralmente inattaccabili se vogliamo
uscire dal pantano in cui siamo. I cattolici
hanno una grave responsabilità morale. Il premier,
come tutti i cittadini, deve presentarsi alle
sedi competenti, e non affidarsi ai proclami
televisivi per raccontare le sue verità. Perché il
Governo non si interessa della precarietà dei
giovani?
Una mamma
Di fronte alle vicende del “nostro” primo ministro,
da cattolica impegnata in parrocchia
come catechista di un gruppo di adolescenti,
sento forte la necessità che le alte gerarchie
della Chiesa facciano sentire la loro voce di ferma
condanna. Che esempi diamo ai nostri figli?
Quello di un vecchio (sì, vecchio!) sporcaccione
che si “diverte” con ragazze che potrebbero
essere sue nipoti? E che si nasconde dietro
la scusa della privacy o della persecuzione
politica? Questo Paese meraviglioso non si
merita una tale classe politica.
E.C.
Ieri, dopo le parole del cardinale Bertone,
mi sono sentita finalmente sostenuta dalla
mia Chiesa. Anche Famiglia Cristiana, che sino
a oggi era isolata nella sua battaglia di chiarezza,
è sostenuta da tutta la Chiesa (Avvenire,
Cei,Vaticano)! Finalmente, si ribadiscono quei
valori che noi cattolici ci sforziamo di mettere
in pratica tutti i giorni. Spero che si prosegua
su questa linea e non dover più vedere il monsignore
di turno che si arrampica sugli specchi
per giustificare contegni vergognosi di chi si ritiene
al di sopra delle leggi. Oggi, abbiamo bisogno
di comportamenti ineccepibili, trasparenza
e verità cristalline. Grazie per tutto quello
che avete scritto e ribadito con fermezza in
questi mesi, dandoci la consolazione che qualcuno
la pensasse come noi.
Maria Grazia
Le scrivo come donna e mamma di due figli,
per esprimere l’indignazione e il disgusto per
il comportamento etico e morale del presidente
del Consiglio, che si sente al di sopra delle
leggi e non rispetta né la propria dignità di uomo
pubblico, né la donna, che usa come oggetto.
La mia rabbia, poi, è molto più forte verso
coloro che lo difendono a spada tratta. Soprattutto
uomini o donne cattolici, che fanno
i convegni sulla famiglia. Sono una mamma
“non comunista”, cresciuta in una famiglia
cattolica con forti princìpi etici. La Chiesa, se
proclama il Vangelo, deve far sentire alta e
forte la sua indignazione. Altrimenti, è compiacente.
Federica B.
Ho appena ascoltato alla radio l’intervista a
monsignor Bruno Forte. Finalmente, una voce
chiara del nostro episcopato contro il decadimento
etico della società italiana! Spero che
ne seguano tante altre. E che anche Famiglia
Cristiana, che già ha dimostrato tanto coraggio,
continui su questa linea. Grazie e buon lavoro
“educativo”!
Un lettore
Mentre altri se ne stavano in silenzio, onore
a lei, caro don Antonio, che per primo ha denunciato
questo malcostume, incancrenitosi
nei palazzi istituzionali e privati del nostro
premier. Sono amareggiato nel leggere clamorose
accuse di prostituzione minorile e di degradomorale.
Mi sento offeso come italiano e
come padre di famiglia. Sono un ex elettore
del centrodestra, pentito e arrabbiato. Adesso
vedo Famiglia Cristiana con un occhio diverso.
Grazie per averci fatto aprire gli occhi, con
semplicità e onestà di giudizio, senza secondi
fini. Lei ci aveva visto giusto.
Francesco
Le scrivo con lo stomaco rivoltato per questa
sgangherata e disgraziata Italia: l’ennesimo atto
di un’interminabile soap opera che riguarda
il nostro premier. Il “caso Ruby” ha fatto il
giro delmondo. È ora che questo caparbio leader
la smetta di occupare, con spavalderia, la
scena politica italiana. E di incidere negativamente
nella vita degli italiani. Sono noti a tutti
i seri problemi del Paese. A cominciare dalle
famiglie che sono povere e disastrate, altro
che “bunga bunga”! Il nostro premier, per il
bene dell’Italia, si presenti subito davanti ai
magistrati.
Franco P.
Sono grato al vescovo della mia città, che ha
dichiarato che lo stile di Berlusconi ha pesato
fortemente sul degrado etico-politico degli ultimi
tempi. Spero, però, che qualche altro
esponente della Chiesa non corra a “contestualizzare”
la prostituzione minorile, così come
avvenne per la bestemmia.
Antonio
La misura era colma. Così come l’indignazione.
Al punto che era impossibile tacere
di fronte alle squallide vicende del presidente
del Consiglio. Accusato dalla Procura di
Milano di concussione e prostituzione minorile.
Lo sgomento dei cittadini è palpabile. Quello
dei cattolici ancor di più, ormai inarrestabile.
Preoccupati per il cattivo esempio che si dà ai
giovani. Al turbamento del presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano, che ha chiesto
una seria e approfondita riflessione sulla crisi
globale che ha investito il Paese, hanno fatto
eco le parole, tanto attese, del cardinale Angelo
Bagnasco (che già in passato aveva detto che
«quando si ricoprono incarichi di visibilità, il
contegno è indivisibile dal ruolo») e quelle del
cardinale Tarcisio Bertone. Il segretario di Stato
vaticano ha invitato tutti, soprattutto chi ha
responsabilità pubblica, «ad assumere l’impegno
di una più robusta moralità, di un senso di
giustizia e di legalità».
E il Papa, parlando ai funzionari di Polizia
di Roma, la settimana scorsa, ha chiesto di ritrovare
nelle istituzioni e nella politica le “radici
morali”. L’insicurezza che stiamo vivendo,
dovuta alla precarietà sociale ed economica,
ha detto, «è acuita da un certo indebolimento
dei princìpi etici su cui si fonda il diritto e degli
atteggiamentimorali personali che a quegli ordinamenti
sempre danno forza».
Il mondo cattolico ha reagito compatto, più
che in passato. E se una parte di esso fatica ad
aprire gli occhi e, giustamente, chiede prudenza
e attesa dell’esito dei procedimenti, a torto
tace sul rispetto delle istituzioni e sulla chiarezza
da fare nelle sedi competenti. E in tempi rapidi,
per fugare anche il minimo sospetto che chi
guida il Paese e lo rappresenta, lo fa calpestando
il decoro che l’alto ruolo richiede. Anche secondo
la Carta costituzionale.
La vera “gogna” mediatica è quella di un Paese
sbertucciato nel mondo, con credibilità al ribasso
e danno d’immagine che si farà fatica a
recuperare. Non certo per colpa dei media che
“mettono a nudo il re”. I nostri ragazzi, all’estero,
sono apostrofati come “italiani bunga bunga”!
E non è una lusinghiera definizione.
Per guidare il Paese occorre compostezza e decoro.
Oltre alla coerenza tra princìpi e comportamenti
privati. Altrimenti, crolla la credibilità.
Mentre ipocrisia e opportunismo non aiutano il
Paese a crescere. E non solo a livello morale. Anche
perché il resto langue. Il Paese è bloccato da
mesi sul pettegolezzo e su vicende personali. Miseramente.
Nessuno più parla della grave crisi
economica. Né serve l’invadente controffensiva
mediatica (con l’immolazione di “eroici difensori”
ed eroine che, tra pianti e urla, entrano ed
escono dai dibattiti televisivi) a coprire l’immobilismo.
O a difendere l’indifendibile.
Pubblicato il 26 gennaio 2011 - Commenti (21)
10 dic
La chiusura della Camera è una decisione
inquietante. Ultimo di una serie di atti che svilisce
le istituzioni democratiche e offende i cittadini elettori.
Chiedo almeno un segno riparatorio e di decenza:
che la quota corrispondente alle giornate lavorative
soppresse, sia tolta ai parlamentari e destinata
al finanziamento del 5 per mille, a favore delle
associazioni di volontariato.
Oriana A. - Roma
All’indecenza non c’è limite. Così come all’arroganza
del potere politico. Se a prevalere sono “interessi di bottega”,
e si chiude il Parlamento per timore che la maggioranza
vada sotto nelle votazioni, davvero abbiamo perso
di vista l’interesse del Paese e il bene comune. Se c’è un momento
in cui la Camera deve stare aperta, in seduta costante,
è proprio questo. Lo richiederebbe la gravità del
difficile momento che vive il Paese, sempre più smarrito e
confuso. Se questa è la risposta che si dà ai problemi, verrebbe
la tentazione di invitare i parlamentari a starsene
in vacanza più a lungo. Perché già ora il Paese reale, da
cui sono lontani, procede nonostante loro. Nonostante
tanta insipienza e irresponsabilità. Certo, va in salita e col
fiato grosso. La “casta” sa solo salvaguardare i propri interessi.
E guai a toccarglieli, come proponi tu Oriana. Strillerebbero
come aquile (o polli!) spennati al vivo.
Pubblicato il 10 dicembre 2010 - Commenti (0)
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