Don Sciortino

di Don Sciortino

Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

 
13
giu

Il Paese dei furbi non va lontano

Sono un abbonato. Non riesco a trattenere, solo per me, questa notizia che ho raccolto facendo visita a mia nuora, in provincia di Treviso. Un artigiano carrozziere, con un solo dipendente, allo scopo di approfittare della situazione presente, viene indotto dal commercialista consulente a porre in cassa integrazione l’unico suo dipendente. E lui così fa. Ma quell’operaio continua a lavorare in “nero” e lui incassa un doppio salario. Evviva la giustizia e l’onestà!

Mariano

Fino a quando il rispetto della legalità non farà parte del costume nazionale, difficilmente il Paese potrà riprendersi e cominciare a crescere e svilupparsi. La cultura della raccomandazione e il ricorso alla furbizia per aggirare le leggi o evadere le tasse sono un cancro per l’Italia. Merito e onestà sono, invece, il volano di un’economia sana.

Pubblicato il 13 giugno 2013 - Commenti (5)
12
giu

Don Gallo "prete scomodo"

Da sempre lettore della rivista apprezzo moltissimo gli editoriali di don Mazzi. Mai, però, sono rimasto così entusiasta come nell’occasione del ricordo di don Gallo. Una pagina stupenda, anche nella foto che lo ritrae con padre Alex Zanotelli. Due autentici “pazzi” per Gesù, come nella Chiesa ce ne vorrebbero tanti. A dire il vero, nelle missioni ce ne sono molti, ma i media non se ne occupano. E anche la Chiesa non vi dà un gran risalto. Non sono ben informato, ma mi pare che solo Famiglia Cristiana si occupi di questi preti. Soltanto sulla sua rivista troviamo articoli su questi preti o laici seriamente impegnati nell’aiutare la povera gente in ogni angolo del mondo! Spero tanto che papa Francesco, verso cui noi cattolici di base riponiamo tantissima fiducia e speranza, si accorga di questi “pazzi” per Dio e li additi come esempio autentico di Vangelo vissuto. Se non sbaglio, proprio san Francesco diceva: «Il Vangelo si diffonde anche senza la parola».

Antimo V.

Caro don Antonio, avete definito don Gallo profeta dei nostri tempi che «non potrà mai diventare santo dentro una Chiesa appiattita su comandamenti, precetti e codici». Mi scusi, ma la nostra fede non si fonda su ciò che Dio ha stabilito essere bene e male? Allora, com’è possibile che un sacerdote che ha agito in maniera manifesta contro i comandamenti di Dio e contro l’insegnamento della Chiesa possa essere così esaltato da alcuni cattolici? Che sia esaltato dai media laici mi pare normale, così strapperanno tanti applausi. Dove si trovi ora l’anima di don Gallo lo sa solo Dio, ma accostarlo in Paradiso a don Bosco (come avete scritto) è davvero stridente. Basta leggere cosa diceva don Bosco ai giovani circa la pericolosità del peccato mortale e di come fare il possibile per salvarsi l’anima.

Paolo G.

Don Gallo, anche da morto, continua a dividere la comunità ecclesiale tra quelli che lo consideravano un autentico interpete del Vangelo, vicino ai più derelitti della società, e quelli che non dimenticano certe sue prese di posizioni estreme, non sempre in linea col Magistero della Chiesa. Si può dibatterne a lungo. Mi piace, però, lasciare la parola a chi l’ha conosciuto davvero e per tanti anni, come don Luigi Ciotti, che aveva per don Gallo profonda amicizia e stima, ma anche differenze di vedute. Così don Ciotti l’ha ricordato al funerale: «Don Gallo ha rappresentato, nella sua vita lunga e generosa, la Chiesa che amo e nella quale mi riconosco. La Chiesa che non dimentica la dottrina, ma non permette che diventi più importante dell’attenzione per gli ultimi, per i dimenticati. Le sue parole pungenti, a volte sferzanti, nascevano sempre da un grande amore per la vita. È stato un sacerdote scomodo. Scomodo per quella politica che non serve la comunità ma interessi e poteri consolidati. Scomodo per quella Chiesa che viene a patti con quei poteri, scegliendo di non interferire, di non portare, insieme alla carità e alla solidarietà, la sveglia delle coscienze, di cui non c’è simbolo più esplicito del passaggio di Gesù su questa terra».

Pubblicato il 12 giugno 2013 - Commenti (3)
06
giu

Papa Francesco, non state esagerando?

Apprezzo molto il suo lavoro e il bene che fa a tanti. Però, sfogliando gli ultimi numeri di Famiglia Cristiana, ho notato una vera esagerazione riguardo a questo Papa, che tutti amiamo. Ma non dobbiamo esagerare. Dire che «cambierà la Chiesa, che convertirà e porterà tutti a Dio...» mi pare esagerato. Come anche dedicargli così tante pagine della rivista. Decisamente troppe. Poi, con un sottinteso che non approvo affatto: questo Papa sì, l’altro, cioè Benedetto XVI, no.

Valerio T. - Ancona

Sono convinto che lo Spirito Santo sappia scegliere come Papa la persona più adatta al proprio tempo. In questi ultimi decenni abbiamo avuto Pontefici santi e straordinari, certo ognuno con la sua personalità, i suoi carismi e un differente stile di governo della Chiesa. Se non è corretto contrapporli tra loro, mi permetta caro Valerio anche di gioire del dono di papa Francesco e della speranza che ha suscitato nella Chiesa e nel mondo intero. Non penso che stiamo esagerando nell’attenzione che gli dedichiamo come rivista. Ne sono conferma le folle così numerose e festose a ogni sua udienza.

Pubblicato il 06 giugno 2013 - Commenti (14)
05
giu

I nostri valori e Facebook

Dal 2007 sono un educatore dell’Azione cattolica e passo tutti i sabati in parrocchia con i ragazzi che, quest’anno, si preparano a ricevere la Cresima, che è “il sigillo dello Spirito Santo dato in dono”, per diventare testimoni di fede e del Vangelo di Cristo. Un tempo, la tecnica dell’ascolto funzionava meglio. Oggi non è facile farsi capire dai più giovani, soprattutto perché, fin dalla tenera età, sono bombardati di messaggi che arrivano dai media e dalla televisione. Molto più di quanto succedeva quando io ero bambino (ho quasi ventotto anni). Non si può generalizzare, perché ci sono anche bambini più attenti. Quel che vorrei chiederle è come far sì che i bambini ascoltino volentieri quello che noi educatori cerchiamo di trasmettergli, cioè i valori di fede ma anche quelli morali e civili. Anche questi sono importanti, perché senza regole non si prospetta un buon futuro per la società.

Marco G. - Prato

Oggi, non è facile trasmettere educazione e valori ai nostri ragazzi. Sono in difficoltà non solo i genitori, ma tutti coloro che hanno a cuore la loro educazione, come gli insegnanti a scuola, i sacerdoti, i catechisti e gli animatori nelle parrocchie. Ma sono i vecchi mass media, Tv e radio in particolare, e soprattutto i nuovi media, da Facebook a Twitter, a influenzare pesantemente il loro modo di pensare, imponendo modelli e stili di vita lontani dai valori e dalle logiche del Vangelo. Oltre a una rinnovata alleanza tra famiglia, scuola e parrocchia, va dedicata un’attenzione particolare alla Rete e, soprattutto, a come i nostri ragazzi la usano. Sono “nativi digitali”, ma la tecnica non è tutto.

Pubblicato il 05 giugno 2013 - Commenti (0)
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