di Don Sciortino
Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.
29 ago
Nella situazione in cui
siamo, ognuno deve
fare il proprio dovere. A
cominciare dalle cose più
piccole. Anche a livello di
linguaggio. Sul tema della
legalità, ad esempio, io
non dico più «la corruzione
dilaga», ma «i corrotti si
moltiplicano». Così come
non «l’evasione in Italia…»,
ma «gli evasori italiani…».
Basta: non siamo solo
spettatori di quanto accade
intorno a noi. Dobbiamo
assumerci le nostre
responsabilità. Parlare
delle istituzioni in modo
generico è fuorviante. Le
leggi sono state votate da
persone ben precise. Sogno
una Famiglia Cristiana che,
con i suoi interventi, dia un
seguito a questa concretezza.
Un lettore
Di questa lettera, prima ancora
dell’invito alla concretezza
di linguaggio che dovremmo
usare ogni giorno, mi piace
il richiamo alla responsabilità
personale. In tutto. Dalle cose
più semplici alle vicende che
riguardano le istituzioni e la
politica del Paese. Basta, dice
il lettore, alle deleghe in bianco.
Alla distanza che separa
noi comuni cittadini da coloro
che sono chiamati a gestire la
“cosa pubblica”. Questa coscienza
civica s’è un po’ persa
nel tempo. Così, sono dilagate
corruzione e illegalità varie.
Anche se stiamo assistendo a
qualche “risveglio civico”, il
cammino della piena responsabilità
è ancora lungo.
Pubblicato il 29 agosto 2012 - Commenti (9)
27 giu
Leggo Famiglia Cristiana da tempi immemorabili. Ho lavorato in una grande azienda, con molta soddisfazione morale ed economica. Pensavo a una vecchiaia serena, con una decente pensione, frutto dei soldi accantonati. La realtà è ben diversa. I miei figli sono disoccupati e insoddisfatti. Se va bene, avranno qualche lavoro a tempo determinato. Per anni abbiamo "mangiato cipolle" per dare loro un futuro. Se accendo la Tv, vedo le solite facce che hanno portato l'Italia alla rovina. In alternativa, c'è il demagogo di turno, che incanta la gioventù. Perciò mi unisco a lei nel dire: «Caro Monti, osi di più contro i vincoli dei partiti. L'Italia migliore sarà con lei».
Pietro T.
Quando i sacrifici hanno un senso, come dare un futuro ai propri figli, è più facile chiederli e ottenerli. Ma ci vuole credibilità. E, soprattutto, buoni esempi da parte di chi li "impone". È proprio quel che manca, in questi momenti di crisi, dove tutti sono chiamati a stringere la cinghia. I politici continuano il balletto dell'irresponsabilità, sull'orlo del cratere. Con una rinnovata vocazione allo sfascio. Puntano il Governo e lo minacciano, come se in tasca avessero pronta una soluzione. Purtroppo, brancolano nel buio. Intenti solo a salvaguardare la carriera e gli spazi di potere. Quel che non gli difetta, da sempre, è il ricorso al ricatto. Pazienza se i loro interessi non coincidono con il bene del Paese e dei cittadini. Si lamentano dell'antipolitica che avanza. E temono d'esserne travolti. Ma non si accorgono che ad alimentarla sono i loro irresponsabili comportamenti.
Pubblicato il 27 giugno 2012 - Commenti (8)
21 giu
Grazie a Dio, c'è Famiglia Cristiana. Ovunque ci giriamo, invece, c'è solo malcostume. Per non dire delle tragedie che ci colpiscono: alluvioni, terremoti e stragi, come quella di Brindisi. L'Apocalisse sarà qualcosa di diverso? Ciononostante, la generosità degli italiani, dai volontari alla Protezione civile, alle Forze dell'ordine, ci dà la spinta per ricominciare. Per questo, sono orgogliosa di essere italiana. Mi permetta, però, una domanda: siamo sicuri che i soldi raccolti per queste calamità vadano a buon fine, e non prendano strade diverse? E perché, nella generosità, i politici non sono in prima fila, con un loro contributo particolare? Temono di finire in povertà?
Rina
Nei momenti difficili, gli italiani danno il meglio di se stessi. È
noto. Lo vediamo anche in questi giorni, con la catena di solidarietà
messa in moto per soccorrere le popolazioni dell'Emilia ferite dal
terremoto. Per qualche "sciacallo" che specula sulle tragedie, ci sono
migliaia di volontari che, con generosità e dedizione, si impegnano allo
stremo. Scene e storie commoventi. Qui emerge la vera Italia, solidale e
generosa. Quella che sa rimboccarsi le maniche. Non recrimina né si
perde d'animo, nell'attesa che siano altri a muoversi. È il volto vero
dell'Italia. Quello che promuove i gemellaggi tra paese e paese. O che
destina i soldi raccolti alla Caritas e ad altri enti per ricostruire le
case distrutte dal terremoto. Stai tranquilla, cara Rina, l'Italia è
meglio di quel che appare. Fidati.
Pubblicato il 21 giugno 2012 - Commenti (2)
09 nov
Ho letto sul vostro sito il commento sulla Manovra finanziaria.
Lo condivido in pieno. E sono molto arrabbiato per quanto
costerà alla mia famiglia, con moglie e tre figli minori a carico.
Il peso della Manovra graverà più su di me a reddito fisso che
su chi si gode una pensione d’oro. Tra blocco dello stipendio di
due anni (già in vigore) e tagli previsti alle voci assegni, mense,
trasporti, libri di testo... sarà difficile stare a galla. Mi sarei
aspettato l’introduzione del “quoziente familiare”, tante volte
promesso. O l’abolizione delle province, la riduzione delle
spese militari, il taglio del numero dei parlamentari e dei loro
emolumenti, benefici e privilegi. Mi fanno inorridire anchei politici cattolici che non stanno dalla parte delle famiglie,
dei valori e del bene comune.
Luigi
Sono un metalmeccanico con moglie e due figli a carico. Sono
indignato, per non dire peggio, per questa Manovra “lacrime
e sangue” che si accanisce sui ceti più bassi. Ed elimina sgravi
e agevolazioni per le famiglie numerose. Soprattutto, per quelle
monoreddito. I nostri cari parlamentari, invece, non si privano
di nulla. E se rinunciano a qualcosa, questo avverrà a partire dalla
prossima legislatura. Non se ne può più di questa “casta”, che i
sacrifici li chiede solo agli altri. Mentre noi facciamo i salti mortali
per sbarcare il lunario, questi “vergognosi” godono di una serie
di privilegi. Un oltraggio per chi non ce la fa. Ma non sono stati
eletti per servire i cittadini? Forse, è il momento di denunciare,
con ogni mezzo, queste palesi ingiustizie contro chi lavora
onestamente e paga le tasse fino in fondo.
Fabio P.
Ormai alle promesse dei politici non crede più nessuno. Così come
alla loro disponibilità a concorrere, adeguatamente, per risollevare le
sorti del Paese. Con tanta demagogia, da veri tromboni, hanno annunciato
tagli e riduzioni. Dal numero dei parlamentari agli emolumenti.
Ma non subito. Tutto è rimandato alla prossima legislatura. Ai
cittadini, invece, i sacrifici si chiedono subito. E sempre più pesanti.
Non c’è equità sia nei pesi che nei trattamenti. La credibilità non si conquista
a parole, ma con gesti concreti, trasparenti. Anche perché c’è
sempre il sospetto (avvalorato da precedenti) che se i politici si tolgono
qualcosa con la mano sinistra, la recuperano abbondantemente
con la destra. Senza diversità tra gli schieramenti. Con un tacito accordo,
non intaccano mai il monte privilegi di cui godono.
Pubblicato il 09 novembre 2011 - Commenti (12)
19 ott
Stiamo attraversando periodi molto brutti.
Difficili da sopportare, senza indignarci: ma
a che scopo? Per uscire dalla crisi, i politici non
hanno soluzioni. Anzi, non sanno cosa siano.
La Chiesa non muove un dito. Sì, ogni tanto,
si alza la voce del Papa contro i soprusi, ma chi
lo ascolta? Tutto si risolve in un applauso, al
massimo una fiaccolata. Nella realtà, aumentano
le tasse e cresce il malessere. Forse, è tempo
di svegliarsi e agire.
Enzo - Biella
Il quadro, forse, è troppo pessimistico. Non perché
non siano vere le cose che dici, ma per l’assenza
di uno spiraglio di luce. E perché il giudizio negativo
è esteso a tutti, in modo indistinto.
Anche se la
Chiesa non è sempre stata tempestiva nelle sue denunce,
metterla sullo stesso piano dei politici è farle
torto. Soprattutto di questi politici, servili “a livelli
inauditi”. Senza ideali e amore per il Paese.
Se c’è
una cosa che offende i cittadini, è l’attaccamento
che hanno alla poltrona. Pur di non perderla, si mettono
in vendita, ricattano, fanno la questua. Non vogliono
rinunciare a privilegi e rendite. Su cui non solo
non è calata la scure, tanto annunciata, ma nemmeno
un piccolo taglio. Invocano la privacy per nascondere
doppi e tripli vitalizi, o conflitti di interessi.
Se il Paese va alla malora, pazienza. Prima vanno
salvaguardati i propri affari. Per questo sono in Parlamento.
Non certo eletti dal popolo, ma “nominati”
dai segretari di partito. La loro libertà è soggetta alla
prossima lista per le elezioni.
Pubblicato il 19 ottobre 2011 - Commenti (2)
03 ott
Una nota pornostar, parlamentare per cinque anni, godrà di una pensione di circa tremila euro al mese. Mia moglie e io, con una lunga vita lavorativa e tanti sacrifici per mandare avanti la famiglia con onorabilità, abbiamo raggiunto la meritata pensione, ma fatichiamo a “sopravvivere”. La Manovra finanziaria è stata una farsa. A pagare sono sempre i cittadini più deboli. Gli onorevoli godono di immeritati privilegi, auto blu, servizi sanitari gratis, incluse le cure estetiche. Ho settant’anni, e sono avvilito. Però, ho più dignità e mi sento più “onorevole” dei nostri parlamentari.
Un fedele lettore
Non vorrei essere cattivo e mi si perdoni la battuta: oggi, ci vuole davvero poco ad avere più dignità e a essere più “onorevoli” di chi ci rappresenta nelle aule parlamentari. È tale il loro distacco dalla vita reale e dalle difficoltà che vivono le famiglie italiane, che sono ormai sordi e insensibili a tutto. Un muro di gomma. Eccetto al proprio interesse, che sanno difendere bene, con tutti i sotterfugi possibili. Ma oltre alla dignità, hanno perso credibilità e quella forza morale che permetterebbe loro di chiedere sacrifici ai cittadini. Non hanno dato alcun esempio di rigore e serietà, in un momento in cui gli italiani tirano la cinghia. “Politicanti” più che politici, che hanno perso di mira il bene del Paese. Opportunisti, spremono le casse pubbliche, con privilegi che offendono la gente laboriosa e onesta. È quanto mai urgente dare seguito all’appello del Papa, per una nuova classe politica. Con più etica e dignità.
Pubblicato il 03 ottobre 2011 - Commenti (5)
17 mag
Quando leggo il “Caso della
settimana” su Famiglia Cristiana,
provo una morsa al cuore per queste
persone in gravi difficoltà. Queste sono
costrette a chiedervi un aiuto perché
non hanno altri mezzi e risorse. E,
soprattutto, perché lo Stato è assente.
Spesso i “casi” riguardano giovani
vedove senza un lavoro, con figli piccoli.
Che non possono aspettarsi quasi nulla
dalla legge, in merito alla pensione
di reversibilità o alla restituzione
dei contributi già versati dal coniuge.
Dalle donne impegnate in politica
mi aspetterei qualche proposta concreta
al riguardo. Da parte mia, ho un piccolo
suggerimento: perché non erogare un
sussidio alle vedove che non lavorano?
A chi potrebbe obiettare da dove
prendere i fondi, rispondo che
basterebbe tagliare i privilegi
e le corpose pensioni dei politici.
Tina
Quanto a privilegi e pensioni d’oro non
ci facciamo mancare proprio nulla. È uno
scandalo insopportabile la sperequazione
tra chi prende al mese decine dimigliaia di
euro a fronte dei quattrocento-cinquecento
euro di tantissimi pensionati. Bisognerebbe
intervenire e tagliare in alto. Con urgenza.
Molti non ce la fanno più a vivere. E, al
tempo stesso, si sta allargando sempre più
la forbice tra ricchi e poveri nel nostro Paese.
Un dato economico, passato quasi inosservato,
dovrebbe farci riflettere: oggi, in
Italia, il dieci per cento delle famiglie detiene
il cinquanta per cento della ricchezza
nazionale. Purtroppo, avviene nel Paese
quanto il Vangelo applica ad altri contesti:
«A chi ha sarà dato e a chi non ha sarà tolto
anche quello che ha». Che fare per una
maggiore equità e giustizia? Si può intervenire
in tanti modi. Purché lo si faccia. E
non solo a parole.
D.A.
Pubblicato il 17 maggio 2011 - Commenti (1)
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