07
feb
Sono rimasto sconcertato
dopo aver letto l’articolo
della Colò sui gatti di strada,
dei quali dovrebbero
occuparsi i sindaci. Ma
in che mondo vive? Non
si può ripetere all’infinito
che chi non ama gli animali
non ama gli uomini. È una
menzogna. Gli animali
vanno rispettati, non amati!
Vanno amati i bambini soli,
i poveri, gli ammalati...
È immorale destinare risorse
per cani e gatti. I politici
si occupino di altro, non
di leggi sui “diritti” degli
animali. Caro direttore,
faccia trovare sulla scrivania
della Colò, una fotocopia
del “Caso della settimana”.
L’aiuterà a riflettere. Mi scusi
lo sfogo, ma ho dedicato
quarant’anni della mia vita
agli ammalati. So che andrò
all’inferno e là troverò cani e
gatti che mi morsicheranno
il sedere. O forse no, andrò
in paradiso perché ho amato
gli uomini fatti a immagine
di Dio.
Roberto S.
Potremmo metterla in positivo:
chi ama gli animali ama
anche gli uomini. Sono gli eccessi
che non vanno bene. E,
giustamente, fanno gridare allo
scandalo. Certo che ci sono
delle priorità, e queste vanno
rispettate. Ciò, però, non vuol
dire disprezzare gli animali o
non avere rispetto della natura.
Alla fine, tutto si tiene.
Pubblicato il
07 febbraio 2013 - Commenti
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04
feb
L’ambito del sacro deve
essere sempre rispettato.
Così come ogni religione
merita rispetto. Su questo
dovremmo essere tutti
d’accordo. Non accetto,
quindi, che le verità di fede
o i sacramenti vengano
utilizzati per pubblicizzare
dei prodotti o per alimentare
le battute dei comici.
Sono una credente e vorrei
che la nostra religione
fosse sempre rispettata.
Pubblicitari e comici
spremano diversamente le
meningi e attingano altrove
le loro battute. Lascino
stare la religione e il sacro.
Non tutto si può ridurre
a commercio, a ironia
o a battuta comica.
Gloria
Sono perfettamente d’accordo
con te, cara Gloria. Mi fanno
davvero pena tutti quei comici
e menestrelli mediatici
che, a corto di battute e di fantasia,
si buttano su parolacce e
volgarità, oppure fanno la parodia
del sacro e dei simboli religiosi,
ferendo la sensibilità
dei credenti. Comici e menestrelli
che, con “sprezzo del pericolo”,
osano dileggiare esclusivamente
la tollerantissima religione
cristiana, perché altrove
sanno che non possono permetterselo.
O temono conseguenze
poco raccomandabili.
Per chi vuol fare satira, dovrebbe
essere sempre di monito la
saggezza popolare del detto:
«Scherza coi fanti e lascia stare
i santi». Ne guadagnerebbe anche
il livello delle loro esibizioni,
davvero penosissime.
Pubblicato il
04 febbraio 2013 - Commenti
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