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mag
Forbice sempre più larga tra ricchi e poveri
Quando leggo il “Caso della
settimana” su Famiglia Cristiana,
provo una morsa al cuore per queste
persone in gravi difficoltà. Queste sono
costrette a chiedervi un aiuto perché
non hanno altri mezzi e risorse. E,
soprattutto, perché lo Stato è assente.
Spesso i “casi” riguardano giovani
vedove senza un lavoro, con figli piccoli.
Che non possono aspettarsi quasi nulla
dalla legge, in merito alla pensione
di reversibilità o alla restituzione
dei contributi già versati dal coniuge.
Dalle donne impegnate in politica
mi aspetterei qualche proposta concreta
al riguardo. Da parte mia, ho un piccolo
suggerimento: perché non erogare un
sussidio alle vedove che non lavorano?
A chi potrebbe obiettare da dove
prendere i fondi, rispondo che
basterebbe tagliare i privilegi
e le corpose pensioni dei politici.
Tina
Quanto a privilegi e pensioni d’oro non
ci facciamo mancare proprio nulla. È uno
scandalo insopportabile la sperequazione
tra chi prende al mese decine dimigliaia di
euro a fronte dei quattrocento-cinquecento
euro di tantissimi pensionati. Bisognerebbe
intervenire e tagliare in alto. Con urgenza.
Molti non ce la fanno più a vivere. E, al
tempo stesso, si sta allargando sempre più
la forbice tra ricchi e poveri nel nostro Paese.
Un dato economico, passato quasi inosservato,
dovrebbe farci riflettere: oggi, in
Italia, il dieci per cento delle famiglie detiene
il cinquanta per cento della ricchezza
nazionale. Purtroppo, avviene nel Paese
quanto il Vangelo applica ad altri contesti:
«A chi ha sarà dato e a chi non ha sarà tolto
anche quello che ha». Che fare per una
maggiore equità e giustizia? Si può intervenire
in tanti modi. Purché lo si faccia. E
non solo a parole.
D.A.
Pubblicato il 17 maggio 2011 - Commenti (1)