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nov
L'Italia non è un affare privato
Da decenni, dai tempi della mia
militanza nelle file dell’Azione
cattolica, non compravo più Famiglia
Cristiana. Un giorno, nella sala d’attesa
di un dentista, mi sono messo a sfogliarne
una copia. Ho letto, con stupore, parole
giuste contro una classe politica inetta,
abbarbicata al potere e menefreghista
del danno che sta arrecando ai cittadini.
Mi colpisce l’indifferenza dei governanti
verso i giovani, i poveri e chi vive di stenti.
Bisognerebbe provare che cosa vuol dire
non avere i soldi per arrivare a fine mese.
Anch’io, fino a qualche anno fa, vivevo
in discrete condizioni. Dopo, con la
separazione e un lavoro precario, ho
sperimentato sulla mia pelle le difficoltà
della vita. Mi sconforta il baratro in cui
stiamo precipitando. Il cardinale Bagnasco
ha detto ai cattolici di impegnarsi per
le sorti del Paese. Ma come? Non bastano
belle parole o convegni. Occorre agire.
Avendo come bussola la moralità e il senso
del buon governo. Il Paese ci appartiene.
È di tutti. Non è affare privato di pochi.
Francesco - Vicenza
Fasce sempre più larghe della popolazione
stanno provando le difficoltà del vivere quotidiano.
Nessuno può negare la crisi, che colpisce
non solo il nostro Paese, ma il mondo intero.
Quel che davvero stupisce da noi è l’assenza
totale di un piano per uscire da questo nero
tunnel. Di cui, ancora, non si intravede la
fine. Un piano che sia condiviso da tutte le forze
sane e responsabili del Paese. Non è più
tempo di sterili contrapposizioni. O di difesa
del proprio orticello. Questo è un gioco al massacro.
Con tutti perdenti. Occorre guardare al
futuro. E al bene comune dell’Italia. I sacrifici
vanno equamente ripartiti. E mirare, soprattutto,
non a ciò che conviene all’uno o all’altro,
ma a quello che davvero giova a tutti e al
Paese. Questa è vera politica. Nel senso di servizio,
e non di potere. Qui si vede la differenza
tra lo statista e chi, invece, profitta della
politica per sistemare i propri affari.
Pubblicato il 02 novembre 2011 - Commenti (11)