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L'Italia non è un affare privato

Da decenni, dai tempi della mia militanza nelle file dell’Azione cattolica, non compravo più Famiglia Cristiana. Un giorno, nella sala d’attesa di un dentista, mi sono messo a sfogliarne una copia. Ho letto, con stupore, parole giuste contro una classe politica inetta, abbarbicata al potere e menefreghista del danno che sta arrecando ai cittadini. Mi colpisce l’indifferenza dei governanti verso i giovani, i poveri e chi vive di stenti. Bisognerebbe provare che cosa vuol dire non avere i soldi per arrivare a fine mese. Anch’io, fino a qualche anno fa, vivevo in discrete condizioni. Dopo, con la separazione e un lavoro precario, ho sperimentato sulla mia pelle le difficoltà della vita. Mi sconforta il baratro in cui stiamo precipitando. Il cardinale Bagnasco ha detto ai cattolici di impegnarsi per le sorti del Paese. Ma come? Non bastano belle parole o convegni. Occorre agire. Avendo come bussola la moralità e il senso del buon governo. Il Paese ci appartiene. È di tutti. Non è affare privato di pochi.

Francesco - Vicenza

Fasce sempre più larghe della popolazione stanno provando le difficoltà del vivere quotidiano. Nessuno può negare la crisi, che colpisce non solo il nostro Paese, ma il mondo intero. Quel che davvero stupisce da noi è l’assenza totale di un piano per uscire da questo nero tunnel. Di cui, ancora, non si intravede la fine. Un piano che sia condiviso da tutte le forze sane e responsabili del Paese. Non è più tempo di sterili contrapposizioni. O di difesa del proprio orticello. Questo è un gioco al massacro. Con tutti perdenti. Occorre guardare al futuro. E al bene comune dell’Italia. I sacrifici vanno equamente ripartiti. E mirare, soprattutto, non a ciò che conviene all’uno o all’altro, ma a quello che davvero giova a tutti e al Paese. Questa è vera politica. Nel senso di servizio, e non di potere. Qui si vede la differenza tra lo statista e chi, invece, profitta della politica per sistemare i propri affari.

Pubblicato il 02 novembre 2011 - Commenti (11)

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Postato da masperi.umberto@yahoo.it il 07/11/2011 15:20

A maryssa e ... a tanti come lui. Se in un paese non ci fosse libertà ( è solo un esempio, per carità,non c'entra nulla con il Nostro Paese !!) ed uno continuasse a dire: libertà,libertà,libertà ... sarebbe un disco rotto? A lei che ha 70anni ( sic!) quindi battezzato e cresimato ( come si diceva ai suoi ed ... ai miei tempi) : fa schifo la sinistra ,mentre questo governo e il suo capo no? NON LE FA SCHIFO BERLUSCONI? NON LE FA SCHIFO CHE tutti i paesi d’Europa e mondo intero ridano di noi? NON LE FA SCHIFO LUI CHE BACIAVA LA MANO DI GHEDDAFI ( bisogna continuare?) Cambiare governo non è già una prima alternativa? Cambiare legge elettorale,nemmeno? Iniziare una seria lotta all’evasione fiscale ( come stava tentando Prodi prima che uno … che non fa schifo con tutti i suoi ( e della dolce metà) intrallazzi ... lo buttasse giù) non .. è un’alternativa? IL PROGRAMMA: è così sicuro che non ne abbiano? E' così sicuro che non ce ne sia uno migliore de quella lettera ... e tutto il resto? PS: Maryssa è nome femminile? In casu: a lei,gentile arzilla signora,settantenne, non fa schifo quello che faceva questo dsignore con lre non-settantenni? SE ne ha sentite tante ... dubito che ne abbia sentite su "qualcuno" ... e su quello che ha fatto e continua a fare. Le regalerei un altro disco rotto: voto di fiducia,voto di fiducia,voto di fiducia... ed alcuni mesi fa, prima della risata merkosì : l'Italia sta ormai uscendo dalla crisi,sta uscendo,sta uscendo, colpa dei pessimisti,dei pessimisti.dei pessimisti.

Postato da Massimo Menzaghi il 06/11/2011 09:27

non c'è problema: i ristoranti sono pieni e gli aerei pure...

Postato da Libero Leo il 04/11/2011 22:52

Le parole di don Sciortino sono perfette e mi pare che portino alla seguente pratica conclusione. L’Italia è come una nave nel pieno di una tempesta. Alla sua guida c’è un capo del governo eletto democraticamente. L’opposizione, specialmente in una situazione di pericolo come l’attuale, deve accettare il responso democratico delle urne e collaborare al governo della nave evitando di fare buchi nello scafo della nave per farla affondare e tentare di prendere la guida del relitto. Deve evitare sterili e dannose contrapposizioni specialmente se sono tipo esclusivamente personale. Il vero statista non deve farsi guidare dalle ripicche o avversioni od odii verso le persone; non deve dimenticare che anche come opposizione ha un dovere verso il bene comune. Perciò deve abbandonare sterili personalismi per proporre soluzioni costruttive.

Postato da aldo abenavoli il 04/11/2011 22:50

E’ davvero singolare che una rivista di ispirazione cattolica come Famiglia Cristiana debba dedicare il 90% dei commenti al nostro Presidente del Consiglio piuttosto che ad argomenti di carattere religioso. Del resto, quando il convento brucia, i monaci lasciano la preghiera per spegnere l’incendio, salvo tornare alla meditazione una volta domate le fiamme. Il fatto è che nel nostro sciagurato paese l’incendio divampa dal 1994 e oramai nessuno si preoccupa più di spegnerlo. E’ davvero triste che in questo frangente neanche la religione sembra più in grado di dare un messaggio di speranza. Sarà perché è stata proprio la religione con i silenzi e le complicità, i referenti politici di comodo e le intromissioni indebite a rendere possibile questa tragedia che il mondo intero non riesce a comprendere perché al di fuori di ogni immaginazione. Ora sembra che non ci sia più nulla da fare. E così davanti alle tragedie della Liguria, per fronteggiare le quali dovrebbero essere stanziate risorse gigantesche, si continua con stupida ostinazione a buttare soldi per un’opera come il ponte sullo stretto che non vedrà mai la luce. Eppure una via di uscita esiste e viene proprio dalla religione. Sarebbe sufficiente ricordare ai milioni di credenti che il Berlusconismo è la negazione assoluta della ragione così come lo furono a suo tempo il nazismo e il comunismo. Sarebbe sufficiente ricordare ai milioni di cattolici che il voto dato ad una persona malata equivale alla scelta del male, e che se questa scelta all’inizio poteva essere giustificata dalla ignoranza, ora che tutto è chiaro non può più essere perdonata. Non aggiungere peccato a peccato sperando nella misericordia divina ci ricorda Il Siracide. aldo-abenavoli@virgilio.it

Postato da Roberto Borghesi il 04/11/2011 12:25

I Cattolici troppo spesso, oggi e in passato, hanno scelto rappresentanti politici più da Devoti che da liberi Fedeli...con decisione dobbiamo schierarci a sostegno di chi fà del Vangelo "carne" e non un vessillo da presentare agli elettori per ottenere il loro consenso. L'esempio ci è dato da Giorgio Napolitano e dal larghissimo consenso di cui gode oggi nel paese...nasce da comportamenti coerenti e irreprensibili o se vogliamo da vero Cittadino. roberto

Postato da masperi.umberto@yahoo.it il 03/11/2011 20:52

Questa è vera politica. Solo 24 voti a favore della proposta di eliminare il privilegio pensioni dei parlamentari ? Continuate voi, tempo scaduto per quanto sto svcrivendo.

Postato da giorgio traverso il 03/11/2011 18:05

Gent.mo,Don Sciortino.Vorrei sapere da lei cosa deve fare il popolo italiano,perchè questo signore si metta da parte.Sono sconcertato e sfiduciato,anche per il comportamento dei cattolici che lo sostengono.Il più compevole di tutti è,Ganni Letta,il grande manovratore della politica italiana,protetto dalle gerarchie eclesiastiche. giorgio traverso

Postato da silpi48 il 03/11/2011 15:48

Pur essendo sostanzialmente d'accordo con Francesco, formalmente non credo stia al Cardinale Bagnasco dire come. Il come è così evidente a tutti, tranne che a quella fascia di "cattolici" della maggioranza che fa orecchie da mercante e continua a proteggere questo stato di cose, finchè non avremo toccato veramente il fondo (vedi Argentina e Grecia). Purtroppo , lasciando da parte il gruppetto che si sta facendo solo i propri affari, molti di coloro che siedono in Parlamento hanno paura di perdere i loro privilegi (in primis la pensione se non fanno almeno cinque anni di legislatura). Le soluzioni ci sono, anche senza andare alle elezioni anticipate. Basterebbe, non dico coraggio, ma un minimo di dignità per uscirne fuori.

Postato da maryssa il 03/11/2011 15:44

la crisi è indiscutibile ma le opposizioni sanno solo dire si dimetta ..come un disco rotto sulla stessa frase ... ma non danno nessuna alternativa se non ripetersi allinfinito si dimetta..anno proprio stufato . ho 70 anni e ne ò sentite tante ma ora la sinistra fà proprio schifo,,,,,,,,,,

Postato da giogo il 03/11/2011 15:41

Condivido, condivido, condivido Francesco e il bravo direttore...vede Don Sciortino stavolta cerco di partire, come si suol dire in pole-position, speranzoso di scuotere la sensibilità, il senso dell'onore e del pudore di molti lettori "cristiani" pro sultano, per cortesia e per amore di questa Italia, fatevi un serio esame prima di commentare questa lettera e la relativa risposta....la "NAVE" stà imbarcando acqua pericolosamente aiutateci a chiudere le falle e ad espellere la troppa "acqua putrescente" imbarcata. Grazie !!

Postato da Celso Vassalini il 03/11/2011 15:25

Segnale di pericolo per gli amici della Lega. Non stupisce quindi che le confuse "chiacchiere" del Cavaliere sull'euro abbiano suscitato un vespaio di polemiche che significano poco o nulla, dato che si basano appunto solo su "chiacchiere". Peraltro, il Cavaliere da un pezzo ha abbandonato qualsiasi velleità di fare una "politica autonoma" - ammesso e non concesso che gli accordi con Putin e Gheddafi avessero anche per lui un "senso geopolitico" - ed è disposto a tradire tutto e tutti, pur di difendere i propri interessi, dacché da bravo italiano "tiene famiglia" e pure parecchia "roba". Il sasso però è stato scagliato nello stagno, anche se nel modo meno opportuno e nella maniera più sciocca possibile. Comunque sia, per rendersi conto di che "pasta" siano fatti i "sinistri" basta leggere le dichiarazioni sconclusionate di Prodi o quelle ridicole della Finocchiaro, secondo cui l'euro avrebbe salvato l'Italia. In particolare, quest'ultima non solo non ha capito nulla di quel che ha affermato il Cavaliere (il che dipende sia dal disordine mentale del nostro Presidente del Consiglio, sia da quello che contraddistingue i membri della "sottocasta" cui appartiene la Finocchiaro, ovvera quella dei camerieri dei "mercati"), ma addirittura ignora (o se ne infischia del fatto) che il 50% delle famiglie italiane detiene appena il 10% della ricchezza nazionale. Un 50% cioè che vive solo grazie ai redditi che guadagna lavorando, non avendo altra ricchezza se non la propria casa (e alcune famiglie non hanno nemmeno questa proprietà). E ancora più grave è che per gli italiani (dopo che hanno visto, con l'introduzione dell'euro, il proprio potere d'acquisto dimezzarsi) e per i loro figli si prospetta un futuro ancora peggiore: non solo crisi economica, ma! In sostanza, è l'internazionalizzazione del debito, più che il debito il problema - come prova anche il fatto che il Giappone, pur avendo un debito pubblico del 240% , non rischia alcun default, il debito essendo nelle mani dei giapponesi - di modo che, se l'Italia dovesse "crollare", l'effetto sarebbe disastroso non solo per Eurolandia, ma per l'intero Occidente, Usa compresi. L'Italia non ha solo una ricchezza immobiliare di notevolissima entità, come alcuni hanno ricordato in questi giorni, ma pure una ricchezza mobiliare di prim'ordine: oltre 3000 miliardi di euro in assets finanziari, che equivale a quasi il doppio del nostro debito pubblico, ed è oltre dieci volte superiore al fabbisogno annuo del ministero del Tesoro, per rinnovare i titoli in scadenza. Questo i "mercati" lo sanno, ma sanno pure - ecco l'intoppo! - che l'Italia è un Paese "ingessato", "sotto ricatto" di lobbies nazionali e straniere, incapace di riforme di struttura, coraggiose e di ampia portata, dalla PA al mondo della ricerca e della cultura. Inoltre - ma è "decisivo" - i "mercati" sanno pure che l'Italia non ha nessun "piano strategico", in un qualsivoglia settore chiave, che il governo è (ad esser "buoni") formato perlopiù da inetti e/o pusillanimi e che l'opposizione è perfino peggiore del governo, anche se ciò può apparire impossibile. D'altra parte, avere stracciato il Trattato di Bengasi è stato, per così dire, lo squillo di tromba per incitare i "mercati" ( e credo sia chiaro "chi" sono i "mercati") alla carica contro il nostro Paese. E' giunto allora il momento non solo di comprare "a prezzi di mercato" l'unico "pungiglione strategico" rimasto al nostro Paese (Eni, Enel, Finmeccanica e poco altro), ma soprattutto, ora che ad Ovest la "torta" diventa sempre più piccola e la lotta tra (sub)dominanti sempre più dura, di impedire che qualcuno possa, non tanto voler uscire dall'euro (rebus sic stantibus, per un Paese come il nostro basato su una economia di trasformazione, senza materie prime e privo di potenza militare, equivarrebbe probabilmente ad un suicidio), quanto piuttosto voler cambiare le regole del gioco, non solo economico, ma anche (di necessità) geopolitico. Vero che sembra un cambiamento quasi impossibile, ma il prossimo anno non sarebbe così difficile come oggi. Ecco perché occorre fare presto e dare tutto il potere alla Bce, dopo aver diviso l'Europa tra "nordici virtuosi" e "piigs", per garantirsi pure che nessun "contraccolpo" possa indurre la Germania a crescere politicamente, seguendo le orme della cosiddetta "Ostpolitik". Certo l'obiezione è prevedibile: ai "mercati" interessano gli affari e i "capitalisti" competono tra di loro. Questo però nessuno lo nega, né si tratta di fare un'analisi dei "fatti economici" in quanto tali (dacché di essi si occupa la "scienza" dell'economia). E sotto questo profilo è indubbio che le parole del Cavaliere assomigliano ad un cerino acceso in una polveriera, sebbene il Prof. Monti probabilmente sbagli a ritenere che un "guitto" (e voltagabbana) possa far saltare in aria gli "Stati Uniti d'Europa" (ma nessuno sa che cosa ci possa essere dietro l'angolo). E' anche innegabile però che questa Europa sta all'Europa come il gruppo di potere che La Grassa denomina GF&ID (ossia "grande industria e finanza decotta") e le varie "sottocaste" (politici, gazzettieri etc.) stanno all'Italia. Il che dovrebbe essere sufficiente per comprendere che, se il Cavaliere non può essere la soluzione del problema, non è nemmeno il problema. Del resto, se l''Italia è già di fatto "commissariata", anche a causa dell'analfabetismo politico dell’opposizione, ben più pericoloso è quello che i "commissari" vogliono fare per favorire la vera "casta", di cui quella italiana è solo una parte. La parte che conta meno. Questo i "mercati" lo sanno, ma sanno pure - ecco l'intoppo! - che l'Italia è un Paese "ingessato", "sotto ricatto" di lobbies nazionali e straniere, incapace di riforme di struttura, coraggiose e di ampia portata, dalla PA al mondo della ricerca e della cultura. Speriamo che la maggioranza si rafforzi con l’U.D.C. e che le parole del Papa, non restino inascoltate per l’incontro G20. Comunque sono ottimista: il nostro Paese e i nostri cittadini hanno in questi vent’anni dato all’Europa e aiuto agli equilibri mondiali! Oggi possiamo solo risalire. E menomale che abbiamo un grande vecchi l’On. Avv. Presidente del nostro Grande Paese Giorgio Napolitano. Celso Vassalini.

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Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

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