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Sto riflettendo sulla nostra povera Italia, e mi
chiedo come abbia potuto degenerare a tal
punto da essere peggiore di tanti Paesi europei,
che non hanno la nostra cultura cattolica. Da
noi non c’è legalità, l’evasione fiscale è diffusa,
l’individualismo è esasperato, manca il senso
dello Stato e di appartenenza alla società, la
furbizia è assurta a virtù, non esiste la certezza
della pena, la volgarità è ostentata, la corruzione
è diventata sistema e il Parlamento è spesso una
gazzarra. Non è piacevole dipingere un quadro
a tinte così fosche di questo “disgraziato” Paese.
Purtroppo, è la realtà che abbiamo sotto gli
occhi. Possiamo solo esibire primati negativi,
che ci screditano nel mondo. Perché tutto ciò
avviene in un Paese cattolico per eccellenza
come l’Italia?
Renato M. - Padova
È impressionante questa lista di mali italiani, caro
Renato. Ma è anche difficile contraddirti o presentare
un quadro con tinte meno fosche. Perché tutto
ciò avviene in un Paese così cattolico come l’Italia?
Forse, dovremmo chiederci se cattolici lo siamo davvero.
Non solo di nome, ma anche di fatto. All’anagrafe
battesimale l’Italia è cattolica quasi al cento
per cento. Ma quanto la fede è solo un fatto di tradizione
e quanto, invece, incide sui nostri comportamenti
quotidiani? Lo stile di vita cui è improntata la
società spesso fa a pugni con i princìpi evangelici e
la dottrina sociale della Chiesa. Oggi, non conta più
l’essere, ma il possedere, l’apparire, il successo e i
soldi. Ai credenti spetta il compito d’essere “lievito”
e “sale” per dare un sapore cristiano alla vita e alla
società. Non solo a parole, ma soprattutto con la testimonianza
e l’impegno civile.
Pubblicato il
28 marzo 2012 - Commenti
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