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apr
Sono un giovane insegnante di
Lettere e Religione nella Scuola
secondaria. Dopo l’intervento di
Celentano al Festival di Sanremo, i miei
ragazzi mi hanno chiesto come mai
la rivista si chiami Famiglia Cristiana.
La maggior parte di loro pensano
che sia un settimanale solo per preti
e suore. O, comunque, per “addetti
ai lavori”. Inoltre, sostengono che,
in un contesto pluralista, l’aggettivo
“cristiana” può sembrare elitario.
Ho cercato di dire loro, secondo
l’intuizione del beato Giacomo
Alberione, che Famiglia Cristiana «non
deve parlare solo di religione, ma di
tutto cristianamente». E che, quindi, c’è
posto per tutto!
Sandro P. - Vicenza
Grazie, caro Sandro, per la risposta corretta
data ai tuoi studenti. Sì, Famiglia Cristiana
«parla di tutto cristianamente». O,
in altre parole, non parla solo di religione,
ma di «tutto quello che è vero, nobile, giusto,
puro, amabile, onorato, quello che è
virtù e merita lode», per usare le parole di
san Paolo (Fil 4, 8-9). Forse, come Gesù disse
ai primi apostoli «venite e vedete», si potrebbe
dire ai tuoi studenti «provate e giudicate
». Solo così si supera la non conoscenza
o il pregiudizio che la nostra sia
una rivista per preti, suore e “addetti ai lavori”.
E che parla solo di religione. Fin dalla
sua origine, nel 1931, Famiglia Cristiana
si è rivolta alle famiglie e a ogni componente
della famiglia. Per tutti ha una parola
interessante. Basta sfogliarla. Quanto
all’aggettivo “cristiana” che campeggia
nella testata, accanto al sostantivo “famiglia”,
esso rappresenta la nostra “bandiera”.
È la nostra identità. Il modo con cui
leggiamo i fatti della vita e della cronaca
quotidiana. In una società pluralista ci distingue,
ma non ci restringe gli orizzonti.
È, semmai, un surplus di responsabilità,
tra tanta stampa frivola. Tra i nostri lettori
non ci sono solo cattolici e praticanti. Ci
leggono tantissimi non credenti. E ci apprezzano
per la coerenza e la credibilità.
Ma anche per la nostra autonomia e libertà
di giudizio, nella ricerca sincera della verità.
Senza pregiudizi.
Pubblicato il
17 aprile 2012 - Commenti
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