27
set
Attacchi pretestuosi a Benedetto XVI
Scrivo questa lettera di getto, dopo aver sentito che qualcuno
vorrebbe denunciare Benedetto XVI alla Corte dei diritti
dell’Aja per la pedofilia dei preti. Questa sera, nella mia stanza,
prima di dormire, penso al Papa solo. Voglio chiamarlo Joseph,
come lo chiamavano i suoi genitori da bambino. Perché, nel
silenzio, anch’egli è un uomo solo. Come Gesù nell’Orto degli
Ulivi. Questa notte ti teniamo noi per mano, Papa Joseph. Ci
riuniamo attorno al tuo letto e preghiamo per te, nostra guida.
Non ti abbandoniamo. Tu che, da quella finestra di piazza San
Pietro, ti affacci per invitarci all’amore e alla pace. Chiediamo
perdono al Signore per chi ti accusa, perché «non sa quello che
fa». Noi sì però. Per questo ci schieriamo con te.
Una cristiana
Parole semplici e sagge, che ci riportano alla realtà, dopo l’assurda
notizia che qualcuno vorrebbe trascinare Benedetto XVI davanti
a un tribunale internazionale per la vicenda dei preti pedofili. Non
c’è limite all’indecenza e all’ipocrisia. Si vorrebbe colpire proprio
chi, con forza, ha condannato da sempre la “sporcizia” all’interno
della Chiesa. Con una “tolleranza zero” di fronte a quell’immondo
reato della pedofilia, reso ancor più ripugnante dal coinvolgimento
di coloro che, per il loro ruolo “sacro”, godevano della fiducia dei genitori.
L’attacco al Papa è pretestuoso, per colpirne l’autorevolezza
morale, in un mondo che s’è smarrito, tra relativismo etico e senso
di onnipotenza. È paradossale, infine, che la denuncia del Papa per
“crimini contro l’umanità” venga rivolta allo stesso tribunale
dell’Aja, che non ha accettato il ricorso contro il partito pedofilo
olandese (per fortuna, ora sciolto), che tra i suoi obiettivi aveva la liberalizzazione
della pornografia infantile e i rapporti sessuali tra
adulti e bambini. Paradossi incomprensibili. Così va il mondo.
D.A.
Pubblicato il 27 settembre 2011 - Commenti (10)