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E il futuro dei nostri ragazzi?

Vorrei rispondere a Paolo B. (FC n. 38/ 2011), che accusava i giovani di non volersi sposare e avere figli a causa della crisi. Eppure, caro Paolo, non tutti i ragazzi sono come li descrivi tu. Personalmente, io voglio mettere su famiglia. Ho ventinove anni, ma come faccio ad avere un futuro senza lavoro? La precarietà brucia sogni, aspettative e illusioni. Faccio una vita come tanti. Non bevo né mi “sballo”. Credo in Dio e nei sani valori che i miei genitori mi hanno insegnato fin da piccola. Ho una laurea e un master: perché non ho un lavoro? Forse, perché non sono “figlia di papà” né ho “santi in paradiso”. Ho voglia di rimboccarmi le maniche e lavorare. Finora ho ricevuto porte in faccia. Ho una sola speranza: che l’Italia cambi. E che i nostri politici, un giorno, comincino a occuparsi di noi giovani disoccupati.

Un’assidua lettrice

L’auspicio di un’Italia più normale è nella mente di tanti. Ma non si vedono cambiamenti all’orizzonte. Almeno, con questa classe politica che non sa alzare lo sguardo dal ristretto terreno dei propri interessi. Non ha una visione ideale, non un progetto per il futuro del Paese. Dove il ruolo centrale dovrà essere quello di voi giovani. Ma, al di là di tante dichiarazioni retoriche, sembra che il vostro destino non interessi a nessuno. Eppure, i dati che vi riguardano, soprattutto nel Sud Italia, sono davvero preoccupanti. Al limite della disperazione. Nel Mezzogiorno in recessione, lavora meno di un giovane su tre. Svimez, l’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Sud, ha parlato di “tsunami demografico”. «Da un’area giovane e ricca di menti e di braccia», scrive il rapporto Svimez, «il Mezzogiorno si trasformerà nei prossimi decenni in un’area spopolata, anziana ed economicamente sempre più dipendente dal resto del Paese». Non c’è in Parlamento uno straccio di legge che si preoccupi di come dare un lavoro e un futuro a voi giovani. Certo, è più urgente mettere il bavaglio a chi denuncia che il “re è nudo”!

Pubblicato il 05 ottobre 2011 - Commenti (15)

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Postato da ironyman il 23/10/2011 19:05

Purtroppo il futuro dei nostri ragazzi è davvero fosco. Le loro voci sono coperte dagli acuti di una propaganda becera e di infimo livello che alimenta una ridda di menzogne spacciate per verità e luoghi comuni senza tempo. Di certo, la maggior parte dei nostri ragazzi, quelli che non hanno i santi in paradiso o le cui famiglie non appartengono a gruppi sociali corporativi per i quali il futuro è già bell’è preparato, si rimbocca le maniche e non si fa scrupoli ad accettare lavori anche umili o ad andare a cercare miglior sorte all’estero. E non sorprende affatto che ad accusarli di fare la vita comoda e di non essere capaci di sacrifici sono proprio quelli che appartengono alle classi protette. Non è affatto casuale. Per coservare certi privilegi occorre screditare chi osa constestarli. Certamente fare i genitori oggi è davvero una impresa. Prepararli ad accettare l’idea di un futuro dove difficilmente potranno mantenere l’attuale livello di vita non è cosa semplice, soprattutto quando di “trota” in giro ve ne sono davvero troppi. Ebbene io mi sarei aspettato di fronte alle richieste più che ragionevoli degli indignati che la classe politica di questo paese facesse una sana autocritica e cominciasse a riflettere su come porre riparo a certe storture. Invece ci si continua a nascondere dietro la trincea per non far emergere i propri limiti e soprattutto le proprie colpe. Certe prediche da moralisti da strapazzo sono davvero oscene . Siamo seri e soprattutto onesti nei riguardi dei nostri figli e soprattutto non gli manchiamo di rispetto prendendoli in giro con le favolette dei bamboccioni, dei calzini con i cartoni animati o degli impieghi lautamente retribuiti che vengono rifiutati. Ma a chi vogliamo darla a bere? Saranno anche disperati ma non certo stupidi e così continuando non faremmo altro che acuire i contrasti, le frustrazioni ed ampliare il solco che ci separa. Il problema principale della nostra classe politica è la mancanza di credibilità. Come può essere credibile una classe politica che ha costruito un futuro di precarietà per i giovani in nome del liberismo e poi blinda con leggi protezionistiche i propri interessi personali e quelli della propria cerchia di sostenitori? Quanta improntitudine poi nell’appellarsi ai giovani affinchè conducano una vita più contenuta e poi si assumono stili di vita smodati e dissoluti. Per far accettare misure draconiane le classe dirigente deve mostrarsi coerente con i principi che propugna e uniformare la propria condotta a quei principi. Invece quei principi sono solo uno strumento per gabellare ed approfittare dello stato di debolezza di una fetta della società di cui viene carpita con mezzi subdoli la buona fede. Per questo la voce della Chiesa , che vivaddio finalmente si sta facendo sentire anche se con colpevole ritardo, si deve sollevare molto più forte. Don Sciortino è voce isolata. Le sue coraggiose e limpide prese di posizione non hanno molto seguito nella gerarchia ecclesiastica. I giovani non fanno figli è vero, ma non certo perché non desiderino metter su famiglia. E sarebbe un grosso errore cercare di dissuaderli facendo appello ai soli buoni precetti cristiani. Il richiamo alle difficoltà della generazione passata non funziona perché è mal posto. I nostri genitori e noi stessi (io sono prossimo ai 50 anni) hanno vissuto in un contesto sociale del tutto differente con altre prospettive ed anche la classe dirigente (e non mi riferisco solo a quella politica) con tutti i limiti che ha mostrato possedeva una credibilità ed una capacità di guidare la società che a questa manca del tutto impegnata solo a rincorrere i propri sostenitori concedendo benefit e favori che pesano sul bilancio pubblico e dunque sulle prospettive delle nuove generazioni e soprattutto (un aspetto non marginale ma che ai più sfugge) creano diseguaglianze e acuiscono le differenze sociali E Prodi che forse, anche per la propria storia, è più vicino a quel modello di politica non poteva sopravvivere a lungo. Il coraggio e la lungimiranza non pagano. L’aver iniziato a debellare il sistema delle corporazioni (ricorderete come poi finì con i tassisti) e l’aver ridotto l’indebitamento successivamente esploso con l’attuale maggioranza (insieme con la pressione fiscale che guarda caso era stato proprio uno degli argomenti di propaganda più sbandierati) non gli è valso consenso. C’è un deficit di cultura democratica e civile che pesa come un macigno sul futuro del nostro paese. Vedrai Aldo, che quando gli osservatori (quelli liberi) e gli storici che verranno potranno guardare con distacco, lontano dal chiacchiericcio e dai polveroni dell’attualità, la situazione politica che stiamo vivendo, il giudizio che trarranno sui governi che si sono alternati in questa delicata e movimentata fase politica sarà molto diverso. La storia è signora e farà piazza pulita di tante menzogne che ancora si vanno propugnando con sfacciata malafede.

Postato da Libero Leo il 15/10/2011 09:39

Da più parti si invoca la caduta di Berlusconi. In tale circostanza la soluzione più logica, trasparente e democratica sono le elezioni, che quasi certamente vincerebbe l’attuale opposizione. Perciò è bene cominciare a pensare chi potrebbe essere il futuro premier. Bersani? Ha tanti problemi, specialmente col caso Penati. Mi pare tanto inguaiato da non riuscire neppure a vincere le primarie. La Bindi? Con le sue esternazioni mi sembra improponibile. Con la sua ultima esternazione ha offeso pesantemente i suoi alleati radicali. Ha palesato la sua etica sguaiata ed indecente. Di Pietro? Mi fa venire in mente la Mercedes e roba varia. Vendola? Non ha grande esperienza, ma è quello che forse ha qualche idea nuova, è giovane e, soprattutto, sa parlare bene. Forse non ci rimane che sperare in Vendola. Però c’è il pericolo che l’attuale opposizione, consapevole di non poter governare con questi politici, ripieghi su un governo tecnico e, quindi, su un premier nominato dal palazzo e non dal popolo. Sarebbe il trionfo della casta politica che tanto oggi si critica. La casta si sostituirebbe al popolo per decidere il premier. E poi la casta chi sceglierebbe? Un grande capitalista? Un banchiere? Un professore universitario lanciato in Europa da Berlusconi? Mi pare che sotto sotto Prodi si stia dando molto da fare per riemergere. Sarà lui il nuovo premier con i suoi striminziti governi, i cui ministri che scendono in piazza a manifestare contro il governo stesso? Avremo di nuovo un governo Prodi che ci tartasserà (ricordate l’IRAP?), favorirà i grandi capitalisti e le banche, i cui presidenti sono stati i suoi grandi elettori, e dimenticherà di tutelare i disoccupati e la famiglia? Bisogna non dimenticare e vigilare affinché il triste passato non si ripeta. E’ bene che sia il popolo, e non la casta, a decidere il nuovo premier.

Postato da trismamma75 il 10/10/2011 22:21

Concordo pienamente con tutte le critiche rivolte a questa inetta classe politica che pensa solo al proprio tornaconto infischiandosene dei problemi dei giovani e delle famiglie. Tuttavia come mamma mi chiedo anche che cosa stiamo facendo noi genitori per i nostri figli, come vogliamo crescerli, che persone vorremmo aiutarli a diventare. Ho l'impressione che oggi si voglia evitare ai figli qualsiasi fatica, qualsiasi rinuncia. Sento mamme che si lamentano perché tutti i giorni prima di tornare a casa devono comprare un giochino, o un giornaletto o un gadget altrimenti i capricci sono incontenibili. Altre non riescono a far indossare al loro bambino nemmeno i calzini se non quelli col disegno del cartone animato preferito sicchè devono comprare tutto di quella marca anche se costa il triplo delle altre. Altre mamme ancora devono chiedere al proprio figlio cosa vuole per cena perché altrimenti non mangia. Forse è vero che io sono una nazi-mamma come qualcuno mi ha definita, ma quando sento certi discorsi mi chiedo se in questo modo non rischiamo davvero di crescere dei giovani come quelli descritti da Paolo B.

Postato da Franco Salis il 10/10/2011 12:38

Concordo aldo abenavoli il 10/10/2011 10.52 in tutto per tutto. Comunque tutti sanno chi è il responsabile diretto e indiretto della caduta di Prodi. Oggi invece dico che il responsabile è chi continua a mantenere questo governo, pur non ritrovandosi nella maggioranza, pur facendone parte. Se non si arriva ad un nuovo governo, chiamalo come ti pare,si arriverà a quello che temi e temo. Tutti possono sbagliare e continuano ad aver diritto al rispetto,un po’ meno chi sbaglia dolosamente,soprattutto,se nasconde o tenta di nascondere. Ora dico una cosa che mi attirerà di nuovo le ire,ma non me ne importa,l’Italia vale di più:BAGNASCO DOVRA’ SPORCARSI LE MANI.Dico Bagnasco e non Bertone,per motivi che mi appaiono ovvi. In difetto non faccia certe prolusione. Abbiamo i sacerdoti che si fanno ammazzare e il vertice non si vuole sporcare le mani. Lo so che questo discorso è pericoloso da un punto di vista della laicità,ma se BAGNASCO saprà essere onesto e saprà esserlo senz’altro,il rischio sarà ridotto al minimo. Oggi ti servi di quello che il Parlamento ti passa domani,alla scadenza normale,rifare tutto o meglio quasi tutto,il parlamento nuovo.

Postato da Franco Salis il 10/10/2011 12:04

@ vdiste1939 il 10/10/2011 09.14.Ho visto adesso le ire di vdiste1939 il 10/10/2011 09.14,se rileggi il mio post del 06/10/2011con più attenzione,non ti sentirai “mortificato”.Non ho scaricato sul sud e solo al sud certe piaghe sociali,ho detto ESATTAMENTE L’OPPOSTO,tanto è vero che degre l0 il 07/10/2011 12.55 si è risentito,a ragione, e gli ho chiesto scusa (10/10/2011 ore 9.58) . @ folgore il 08/10/2011 14.01,io ho riportato per INTERO l’articolo 4 Cost.,forse il tuo computer fa i capricci. Quello che ho detto degli “industrialotti” è vero,ma è sbagliato generalizzare. E ho sbagliato ad indirizzare i miei Strali a degrel0 e gli ho chiesto scusa. “Se non trovi il lavoro per cui hai studiato ti DEVI adeguare”,dove sta scritto? Lo schiavismo è stato abolito in teoria nel 1830,anche se è continuato,ma farlo arrivare sino ad oggi,no eh! Rileggetevi comunque entrambi il post di lterzo il 09/10/2011 10.40.Ciao

Postato da aldo abenavoli il 10/10/2011 10:52

Ho fatto quasi per gioco una verifica tra amici e parenti per conteggiare il numero dei figli di ciascuna famiglia. Un gioco crudele dal quale emerge un quadro sconfortante: i giovani non possono o non vogliono crearsi una famiglia, figuriamoci se pensano di fare dei figli. Questo significa che il nostro paese è condannato alla estinzione dalla quale potrebbe salvarsi solo con la immigrazione che tuttavia dovremmo ben presto bloccare. Questo perché prima o poi anche i laureati in medicina e ingegneria, se vorranno vivere senza l’aiuto dei genitori, dovranno “rimboccarsi le maniche” e adattarsi a fare le badanti o a raccogliere i pomodori. Mi chiedo e chiedo ai lettori di FC. E’ questo che speravamo quando abbiamo letteralmente buttato all’aria la azione di risanamento del governo Prodi durante il quale il paese, sia pure con tutti i limiti e le imperfezioni era, rispetto all’inferno dell’oggi, un autentico paradiso? E’ questo che speravamo quando ci siamo affidati al Vitello d’oro del nuovo miracolo italiano? E chi pagherà il sacrificio di una intera generazione che si rimbocca le maniche per un lavoro nei call center, ricevendo in cambio un contratto a 6 mesi e gli insulti dei cittadini che vengono disturbati nelle ore più impensate? E fino a quale età i giovani di oggi dovranno lavorare per potere maturare una pensione che consenta loro di continuare a vivere a pane e acqua? E chi pagherà il conto di questa stagione di straordinaria follia? Ed infine , come ci giustificheremo nel giorno del giudizio?

Postato da Franco Salis il 10/10/2011 09:58

Prendo atto della tua risposta e ti ringrazio,perché rileggendo il mio post precedente mi sono reso conto che ho esagerato. Tuttavia non puoi negare che la tua del 06/10/2011 11.15,al di là delle intenzioni,sia stata provocatoria. Mi corre obbligo rilevare che io giudico non “gli altri” ma gli atti o il pensiero degli altri,come gli altri giudicano i miei . Nel momento in cui scrivo automaticamente sto autorizzando gli altri a giudicare ciò che scrivo. In verità Diciasettemila netti sono una somma enorme,se a livello di operaio e non riesco a capire come ci si possa rifiutare,anche se suppongo gli odori dell’ambiente lavorativo non siano gradevoli,ma non si può avere tutto. La disoccupazione a Milano è così bassa,che i giovani possono permettersi il lusso,già di lusso si tratta,di rifiutare il lavoro,in attesa di uno migliore? E costoro avrebbero il coraggio di partecipare alle manifestazioni contro la disoccupazione? Se trattasi di tecnici, anche medi, e proponi loro un posto di operaio,capisco che possano storcere il naso. Le mie origini le ho già dichiarate(miseria socio economica culturale indicibile),le mie discendenze tutte e due laureate,hanno rifiutato di fare le “bamboccione” e sono andate a Londra hanno continuato gli studi,una ha appreso oltre all’inglese altre lingue (cinese mandarino) recandosi a Pechino,e lavorando colà. Oggi la più grande ha la qualifica di manager e corrispettivo stipendio(da non buttare). L’altra, che sta per perfezionare gli studi coprendosi le spese con il proprio lavoro, ha già avuto proposte di lavoro (ben remunerato) che accetterà appena conclusi gli studi. Ma vedi sai bene che nell' U.K. non esiste la “raccomandazione” e la “carriera” non è legata alla partecipazione del “bunga bunga” ma improntata esclusivamente alla meritocrazia. Ciononostante,proprio per l’esperienza vissuta sulla mia pelle,non me la sento (come una sopravissuta al crollo del maglificio di Barletta che ringrazia il datore di lavoro (o di morte?) di dire:” come ho fatto io possono fare gli altri”.Scusa gli apprezzamenti un po’ pesanti e buon lavoro.

Postato da vdiste1939 il 10/10/2011 09:14

mi sento mortificato dagli insulti del sig franco salis, sia perchè usa un termine di una volgarità estrema, sia perchè suppone che al sud e solo al sud esiste la spudorta piaga del lavoro nero e sottopagato. so per personale qurantennale esperienza che non è così

Postato da lterzo il 09/10/2011 10:40

17.000 € netti + mensa e premio produzione al primo impiego ........... Io sono veneto da sempre, mio figlio si è laureato in ingegneria meccanica a Padova con 110, è in possesso del "First Certificate" in Inglese e fa 120 Km al giorno per guadagnare 1160 € netti al mese. Qui i casi sono due: o andiamo tutti a fare gli "spazzini" o qualcuno racconta un'Italia che non esiste.

Postato da folgore il 08/10/2011 14:01

@ Franco Salis: leggere anche il secondo comma dell'articolo 4 della Costituzione, non solo il primo. Se non trovi il lavoro per cui hai studiato ti DEVI adeguare. E lascia perdere una tragedia che non azzecca niente col fare lavori umili, ma in regola. A proposito perché hai tanta antipatia con i cosiddetti industrialotti. Al Nord le piccole fabbrichette hanno operai in regola e mandano avanti l'economia e non meritano certo certi commenti.

Postato da degrel0 il 07/10/2011 12:55

gentile signor Franco Salis,Ella dimostra che a voler sempre giudicare gli altri si commettono errori marchiani.Non sono un industrialotto ma un tecnico ambientale che lavora in un impianto per la differenziazione dei rifiuti.Non sono,come dice Lei con il tipico razzismo dei moralisti un tanto al chilo "terrone" ma milanese da innumerevoli generazioni.Quando dico ai nostri ragazzi di rimboccarsi le maniche è perchè non riusciamo a trovare manodopera italiana ma solo stranieri che inquadriamo regolarmente a 17.000 euro netti all'anno come primo impiego più mensa e premio di produzione.Cordialmente.

Postato da Franco Salis il 06/10/2011 23:43

@degrel0 il 06/10/2011 11.15che sconsideratamente afferma:"IL FUTURO DEI NOSTRI RAGAZZI?RIMBOCCARSI LE MANICHE E ACCETTARE QUALUNQUE LAVORO.NON POSSIAMO ESSERE TUTTI MANAGER".Sono certo che sei un industrialotto non produttivo ma capace di gestire azienda come quel maglificio di Barletta.Oggi in cui si celebrano i funerali di cinque vittime,hai la temerarietà di proporre di accettare qualsiasi lavoro e naturalmente a qualsiasi compenso.Scommetto inoltre che sei terrone di origine.Solo questa categoria di persone parlano senza aver letto la nostra carta costituzionale,di cui ti riporto l'art.4 quindi facente parte dei principi fondamentali Art. 4 La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.Ma ti rendi conto quale piccineria attribuire(indirettamente lo fai)il fallimento della tua azienda non alla tua incapacità manageriali,ma al fatto che devi rispettare i contratti sindacali? Te pudeat!

Postato da Libero Leo il 06/10/2011 21:57

Don Sciortino scrive: "è più urgente mettere il bavaglio a chi denuncia che il "re è nudo"!". Ma forse si potrebbe usare il plurale e dire "i re sono nudi"!. Quanti "re nudi" si vedono, se guardiamo bene ovunque senza il bavaglio che spesso ci mettono i mass media dominanti. Ad esempio nella giustizia certamente si può vedere qualche "re nudo" che diffonde notizie riservate. E nel giornalismo? Quanti giornalisti che giornalisti non sono; ma sono politici cammuffati da giornalisti. Caro don Sciortino, lei che ha molto coraggio, abbia l'iniziativa di smascherare tutti coloro che si autocensurano per non pubblicare notizie sfavoreli alla loro parte politica. Abbia il coraggio di denunciare che circa il 40% dei carcerati è innocente!!!

Postato da degrel0 il 06/10/2011 11:15

IL FUTURO DEI NOSTRI RAGAZZI?RIMBOCCARSI LE MANICHE E ACCETTARE QUALUNQUE LAVORO.NON POSSIAMO ESSERE TUTTI MANAGER.

Postato da beppecipolla61 il 05/10/2011 19:45

Gentile Direttore, sono passati cinque anni da quando il Suo giornale è entrato nella nostra vita in maniera diversa rispetto al solito lettore. Grazie al vostro giornale che la nostra vita e quella della nostra famiglia è cambiata radicalmente. Cinque anni fa, grazie ad un annuncio sulle adozioni, pubblicato da Voi, abbiamo conosciuto il nostro Tommaso, nostro figlio, un bambino disabile su cui molti non scommettevano niente perchè “vuoto a perdere”. Tommaso, nostro figlio, è un bambino meraviglioso, eccezionale, caparbio e sebbene il suo handicap ci da gioia e lezioni di vita ogni giorno che passa. Tommaso è entrato a pieno titolo nella nostra famiglia, senza se e senza ma, senza distinzione fra figli maturali e adottati mio figlio. Caro Direttore, dire a “grazie” a Voi non basta! Abbiamo scoperto (con gli altri nostri figli adulti) un lato di noi stessi che non immaginavamo, l’attenzione all’adozione, come dono e atto d’amore, tanto che abbiamo deciso di ‘accogliere’ tutti insieme un'altra figlia. Da ottobre 2010 siamo dunque genitori di una bambina, Jeanne, figlia di una storia tristissima fatta di guerra e di violenza, nativa della Repubblica Democratica del Congo che aspetta che noi l'andiamo a prendere, cosa che ci è impedita per la superficialità delle Istituzioni italiane, l’avidità di denaro della Ong congolese che ha gestito la cosa, spalleggiata da poco raccomandabili individui con passaporto italiano e per la stupidità e il pressappochismo dell’Organizzazione (ecclesiale) italiana che per dirla con il Poeta nel terzo canto dell’ Inferno: “...per viltà fece il gran rifiuto”. Per amore di Jeanne abbiamo accettato di fare un corso per le adozioni internazionali (abbastanza interessante) e ottenuto l'idoneità per l'adozione dal Tribunale per i Minori di Roma. Tutto in regola se non per il fatto che avevamo sbagliato nel scegliere un organismo (ONG), consigliato per altro da una persona della nostra Cooperazione che vive e lavora a Kinshasa, non riconosciuto dalla CAI (Commissione per le adozioni internazionali. La CAI ci ha consigliato di rivolgerci ad un'associazione nazionale la quale ha riportato nella “legalità” burocratica la pratica. Caro Direttore, abbiamo penato ben nove mesi perché tutti i documenti fossero regolari ed abbiamo ottenuto l’8 luglio 2011 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri il permesso di ingresso e soggiorno in Italia di nostra figlia. Risultato, purtroppo pessimo. Nostra figlia è tenuta in ostaggio dalla stessa ONG Africana che chiede per il perfezionamento della pratica solo la somma di 23.000 euro (ventitremila euro) con modalità non degne di un Paese civile. Ora, da oltre sei mesi non abbiamo notizie di nostra figlia, sequestrata in quella parte di Congo che Joseph Conrad definì ‘Cuore di tenebra’. Abbiamo chiesto aiuto all'Ambasciata Italiana in Congo senza alcun risultato. Ci siamo scontrati con dei burocrati (questi sì che hanno bisogno di purificazione) gretti e meschini, inginocchiati solo davanti all’altare del profitto facile. Le Istituzioni italiane sono scomparse, si sono dileguate o sciolte come neve al sole. Si sono solo riempite la bocca con il termine ‘per il bene supremo del minore’. Quale bene? Quella della solidarietà pelosa? Della predica che è sfoggio di cultura? La Signora avrà tutto quello che chiede, ma il nocciolo della questione sta nel fatto che non vogliamo versare un euro senza la certezza che la nostra bambina sia in territorio italiano (in Ambasciata o in una di quelle tante realtà missionarie italiane in terra congolese). Per nove mesi abbiamo sentito dire tutto e il contrario di tutto, noi da parte nostra li abbiamo pregati e strapregati, ci siamo umiliati e impegnati anche finanziarmene, ma nulla. E' il gioco del tamburello (noi e nostra figlia siamo le palline) e intanto nostra figlia è in Congo, posto in cui con le prossime elezioni si rischia un altro bagno di sangue! Abbiamo bussato alle porte della Farnesina, ma si guardano bene di dare risposte concrete per non contraddire un Ambasciatore che ci consiglia apertamente di pagare senza storie, perché la Direttrice della ONG, donna potente in Congo per via dei suoi trascorsi non sempre limpidi a favore di questa o di quella fazione in lotta per il controllo del Paese potrebbe bloccare l’uscita di Jeanne. Siamo stati pure minacciati, nella ultima mail che ci ha inviato, da questa Signora. E nostra figlia? Rischia di passare come una dei tanti martiri senza nome sotterrate nelle strade di Goma. E ora ci chiediamo è questa la solidarietà? L'umanità? Non ci resta altro che rivolgerci alla Magistratura con il rischio di non vedere arrivare mai nostra figlia in Italia. Personaggi senza scrupoli sono riusciti ha trasformare un atto d’amore in un atto giudiziario. Aiutateci.

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Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

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