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Il Paese dei furbi non va lontano

Sono un abbonato. Non riesco a trattenere, solo per me, questa notizia che ho raccolto facendo visita a mia nuora, in provincia di Treviso. Un artigiano carrozziere, con un solo dipendente, allo scopo di approfittare della situazione presente, viene indotto dal commercialista consulente a porre in cassa integrazione l’unico suo dipendente. E lui così fa. Ma quell’operaio continua a lavorare in “nero” e lui incassa un doppio salario. Evviva la giustizia e l’onestà!

Mariano

Fino a quando il rispetto della legalità non farà parte del costume nazionale, difficilmente il Paese potrà riprendersi e cominciare a crescere e svilupparsi. La cultura della raccomandazione e il ricorso alla furbizia per aggirare le leggi o evadere le tasse sono un cancro per l’Italia. Merito e onestà sono, invece, il volano di un’economia sana.

Pubblicato il 13 giugno 2013 - Commenti (5)

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Postato da Mauro B il 14/06/2013 11:00

Sono molto pessimista sul fatto che possa instaurarsi nel popolo italiano una mentalità favorevole al rispetto delle leggi e del bene comune: anzi la tendenza consolidata consiste nel non farsi scrupoli a buttare alle ortiche gli interessi della comuinità pur di avere un tornaconto personale. Come si può facilmente dedurre l'uomo politico d'Italia più ammirato, Berlusconi; è lo stesso che da circa vent'anni usa la sua posizione politica per farsi varare leggi su misura per azzerare i suoi problemi giudiziari e far fiorire le sue aziende: a me è capitato di sentire delle persone discutere fra di loro o rivolgendosi a me, che fa il Cavaliere fa bene a comportarsi in questa maniera. Ovviamente se queste stesse persone si trovassero davanti alle telecamere di un telegiornale se ne guarderebbero bene dal ripetere questi loro apprezzamenti, anzi ipocritamente reciterebbero la parte degli indignati; questo è anche indice che molti si comportano in maniera onesta semplicemente perchè non hanno la benchè minima possibilità di potersene fregare delle leggi e dei diritti altrui.

Postato da Attilio Monfregola il 13/06/2013 21:30

la legalità è un intimo sentire per cui chi rifiuta l'illecito, sa da sè e sa bene, che la denuncia non è un metodo solo repressivo ma anche una necessità che tutela gli onesti ed educa i disonesti. Denunciare non è solo un dovere, è il rifiuto senza se e senza ma, di cose che non solo indignano le coscienze quanto più fanno male al prossimo e al bene comune

Postato da DOR1955 il 13/06/2013 19:27

Egregio sig. Mariano, mi stupisco che lei sia "stupito" di una notizia del genere. Purtroppo nel nostro Paese il rispetto della legalità, come scrive Don Antonio, non solo non fa parte del costume nazionale, ma se "praticata", ti rende agli occhi dei furbi (la maggioranza a quanto pare), anche stupido. Ed il brutto è, che non solo "ai piani alti" è diffusa la illegalità in tutte le sue forme possibili, ma anche dentro quasi tutti noi, che per di più ci proclamiamo sedicenti cattolici. Sarebbe interessante capire quanti di noi, quando ci confessiamo, diciamo al sacerdote di aver evaso un po' di tasse, fatto del "nero", avuto un privilegio o un favore a scapito di altri e via dicendo. Peccati che presumibilmente non sono ritenuti tali, visto che i tassi di evasione-corruzione-elusione in Italia sono fra i più alti dei Paesi OCSE anche perchè, se ci rendessimo conto di cosa effettivamente significa il Sacramento della Riconciliazione, lo stesso peccato non dovremmo più ripeterlo, o perlomeno tentare di non farlo. Lo promettiamo al Signore quando diciamo "l'Atto di dolore" prima dell'assoluzione. Probabilmente pensiamo che sia la "formuletta magica" per lavare tutti i peccati, piccoli o grandi, per poi, un minuto dopo, ricominciare a fare esattamente quanto avevamo promesso di non fare più. Se per l'appunto, come scrive Don Antonio, non rimettiamo al centro "il merito e l'onestà", non solo l'economia "frana", ma molto di più, noi sedicenti cattolici, pagheremo il conto davanti a Dio. Ma ci crediamo poi tanto a Dio, visto che spesso lo "usiamo" a nostro interesse?

Postato da giorgio traverso il 13/06/2013 18:40

Signor Mariano e Don Sciortino,qui bisogna parlare chiaro.Cosa dobbiamo aspettarci,da un popolo,che per quasi vent'anni si è fatto governare,da Berlusconi e dalla Lega?Uno,che con le sue furbizie e i suoi intralazzi,è diventato l'uomo più ricco D'Italia,l'altro un partito,dove domina l'egoismo e il proprio tornaconto.Non a caso il fatto denunciato dal signor Mariano,è successo proprio a Treviso,dove c'è sempre stato del benessere. giorgio traverso

Postato da brunoi il 13/06/2013 14:14

questo esempio dimostra che oltre ai politici c'é corruzione anche tra la gente comune. Abbiamo i politici che ci meritiamo. Da un cavolo non ho mai visto fiorire una rosa.

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Don Sciortino risponde

Don Sciortino

Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

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