04
lug
Il Vaticano e i giornalisti
Ho appena sentito la notizia che il Vaticano ha assunto un esperto (americano) in "strategie comunicative". Ora, nel mio piccolo, mi chiedo: che bisogno c'è che la Santa Sede assuma un esperto per comunicare? E che cosa deve comunicare? Non è più che sufficiente che il Vaticano parli usando le stesse parole pronunciate dal suo fondatore, circa duemila anni fa, crocifisso per i nostri peccati? Non basta che parli e pratichi l'amore per il prossimo, il perdono, e l'accoglienza? Mi scusi l'ignoranza, ma ritengo che, piuttosto che assumere un esperto in "strategie comunicative", sarebbe stato più opportuno lasciare che a comunicare fossero le migliaia di missionari che, ogni giorno, affrontano il rischio della morte, in quelle missioni dove testimoniare il Vangelo mette a repentaglio la vita.
Francesco - Vicenza
Non confondiamo le acque. Un conto è la testimonianza dei cristiani. Altra cosa è comunicare quanto avviene nella Chiesa. Molti problemi dei cosiddetti "corvi" si sarebbero potuti evitare. Senza fonti dirette, i giornalisti attingono dove capita. E non sempre per la Chiesa il risultato è soddisfacente. Ci vuole professionalità anche nel comunicare. Meglio prevenire che dover precisare quanto scrivono i giornali.
Pubblicato il 04 luglio 2012 - Commenti (16)