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Infermieri, una forza in corsia
Carissimo don Antonio, ho appena finito di leggere la sua risposta alla
lettera “La mia lunga odissea tra le corsie di un ospedale” (FC n. 49/2012).
Se devo dirle la verità, sono rimasta amareggiata e delusa dalla sua risposta.
Nel suo testo lei non fa il minimo accenno agli infermieri. Parla più volte
dei medici, dei parenti e, addirittura, di un «benemerito volontariato
nelle corsie». Ma non una parola sugli infermieri e il personale tecnico
(operatori sociosanitari), che sono la vera forza nelle corsie. Tutte le
attività di assistenza sono svolte dagli infermieri. Sono loro ad accudire
gli ammalati, non i medici. Questi fanno le diagnosi e prescrivono
le terapie, ma chi li lava, chi li imbocca, chi li accompagna in bagno, chi
gli somministra le medicine siamo noi. Lei, forse, è uno di quelli che pensa
che negli ospedali fanno tutto i medici. Ma si sbaglia. Probabilmente, non è
mai stato ricoverato, altrimenti non avrebbe dato quella risposta. Dovrebbe
chiedere scusa alle centinaia di infermieri e infermiere che leggono Famiglia
Cristiana, e si sono sentiti offesi nel
vedere il loro meraviglioso lavoro
per nulla considerato.
Giuseppina (infermiera da 28 anni)
Chiedo scusa a tutti gli infermieri e infermiere
(non solo a quelli che leggono Famiglia
Cristiana) per la dimenticanza involontaria.
Non c’era, nella mia risposta,
nessuna volontà di escluderli dall’elogio
per il loro lavoro, impegnativo e delicato.
È vero: non sono mai stato ricoverato, ma
ho seguito per sei mesi un fratello in ospedale,
per seri problemi di salute. Ho potuto
verificare dedizione e generosità degli
infermieri. E anche la loro pazienza con
degenti “indisciplinati”. E, qualche volta,
pretenziosi, quasi fossero in albergo. Il bene
degli ammalati, però, dipende dalla
stretta collaborazione, non competizione,
tra tutto il personale ospedaliero.
Pubblicato il 24 dicembre 2012 - Commenti (1)