28
mag
La "casta" cala la maschera
Da un Tg della sera vengo
a sapere che i nostri
parlamentari, come un
sol uomo, si sono opposti
a tagliarsi i loro stipendi
e privilegi. Finalmente!
Sì, finalmente! Era ora
che mostrassero la loro
vera faccia. E facessero capire
ai cittadini che se sono
in Parlamento è solo per
riempirsi le tasche di soldi!
Dopo aver messo le mani
nelle nostre tasche. Del bene
e del futuro del Paese non
gliene importa un bel
niente. Ci sta bene, a noi
“pecoroni”, che non ci siamo
ribellati di fronte a tante
“porcate”, limitandoci solo
a blande dimostrazioni. Se
fossero ancora vivi i giovani
che nel ’43-44 si sono dati
alla macchia e hanno
organizzato la Resistenza,
le cose andrebbero meglio.
La “casta” ci ha portati
sull’orlo del fallimento.
Sarebbe giusto che pagassero
per la loro irresponsabilità.
“Chi rompe paga”, non fa
pagare gli altri. Cari giovani,
svegliatevi! È in gioco il
vostro futuro. Un brutto
giorno sarete alla fame.
“Catullo”, ex partigiano
Quanta fatica da parte della
“casta” a rivedere privilegi e
compensi spropositati! Il buon
senso, quello di un buon padre
di famiglia in un momento
di difficoltà, non fa breccia
nella loro mente. Non capiscono
che, per primi, devono dare
il buon esempio. Altrimenti,
non sono credibili nel chiedere
sacrifici agli altri. La loro insensibilità
è direttamente proporzionale
al calo di consensi
che hanno nella società. L’unico
loro riferimento è il Palazzo.
Non conoscono più il mondo
esterno, che li punirà.
Pubblicato il 28 maggio 2012 - Commenti (9)