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ott
Perché lei non critica la Sicilia?
Condividerei ancor di più il suo editoriale (FC n.
35/2012) se, con altrettanta fermezza, condannasse
lo sperpero di denaro pubblico della sua Sicilia,
l’arroganza e la prepotenza di chi la governa. E, invece,
non una parola. E lo stesso sull’abusivismo edilizio.
Si costruisce dove non si dovrebbe. Poi, se la natura
si ribella, sanno solo lamentarsi perché nessuno li
aiuta. In più, non pagano gli oneri di urbanizzazione.
Così le casse dei Comuni sono sempre vuote. Pensa
che sia ancora egoismo la speranza di molti cittadini,
non solo della Lega, di avere un federalismo fiscale?
Lei rappresenta una Chiesa sfacciatamente di parte.
Per questo molti fedeli si stanno allontanando. Se, poi,
qualcuno si perde, l’avrete sulla coscienza.
Luigi A.
I pregiudizi, caro Luigi, fanno brutti scherzi. Le critiche
sono bene accette, se documentate. E, soprattutto, vere. Ho
l’impressione che tu non ci legga. Altrimenti non ti sarebbe
sfuggita l’assoluta imparzialità delle nostre denunce. La
morale che ci ispira non è “a base regionale”. Vale per tutti.
Né ti sarebbero sfuggiti articoli, inchieste, interviste contro
i gravi malanni del nostro Sud. E della mia Sicilia. L’affetto
per una terra non attenua la condanna a mafia, corruzione,
clientelismo e dilagante sperpero di denaro pubblico.
Anzi, l’amore accresce la rabbia contro una classe politica
regionale inadatta, che non ha saputo valorizzare le
tante ricchezze di cui è dotata la Sicilia. Dalla bellezza del
territorio all’immenso patrimonio di cultura, arte e archeologia.
Se la corruzione nel resto d’Italia è devastante, in Sicilia
è peggio. Su un punto hai ragione: la Chiesa che rappresento
è di parte. Sì, dalla parte della verità e del Vangelo.
Accanto ai poveri, alle persone deboli e indifese.
Pubblicato il 31 ottobre 2012 - Commenti (4)