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nov

Quegli aiuti agli imbroglioni

Ho letto l’articolo sulla proposta di modifica della Legge 104 sui permessi per assistenza ai disabili (FC n. 44/2012). La legge dà un aiuto, seppure piccolo, a chi deve prendersi cura, ogni giorno, dei propri cari non più autonomi. Lavoro in un’azienda ospedaliera, e mi dispiace dirle che si sta facendo un abuso di questa legge. Ci sono alcuni che utilizzano i permessi per godersi giorni in più di vacanza, lasciando i propri cari con la “badante”. Prova ne sia, se si dovesse fare una statistica, che i giorni di permesso cadono sempre vicini a festività o ponti. Il Governo non voleva togliere i permessi, ma pagarli meno, per disincentivare chi, in fondo, non ne ha un reale bisogno. Purtroppo, a causa dei soliti “furbi”, saranno penalizzati tanti onesti. Anche se più in alto c’è chi ruba in modo spudorato, non possiamo approfittarne per violare le leggi.

Francesca

Fatta la legge, trovato il sotterfugio per aggirarla a proprio piacimento e vantaggio. A pagare, poi, sono sempre i soliti. Cioè gli onesti. O, peggio, quelli che davvero hanno bisogno di aiuti e sostegni. È da meschini sfruttare un provvedimento di solidarietà familiare per scopi personali meno nobili. È la solita furbizia italiana alla “Fiorito”. Non c’è nulla di cui vantarsi o andare fieri. Anzi, contro chi bara la guerra dovrebbe essere spietata. Con l’obbligo di restituire alla collettività quanto si è rubato. Meglio torchiare gli imbroglioni che penalizzare gli onesti. Per evitare anche di sottoporre veri invalidi a controlli umilianti.

Pubblicato il 15 novembre 2012 - Commenti (7)

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Postato da a.osti il 18/11/2012 04:20

Sono mamma di tre figlie. Anch'io usufruisco della L. 104. Mia mamma è assistita da una badante, che si assenta due ore al giorno, per riposo, ed anche il venerdì pomeriggio e la domenica. Ogni tre mesi torna in Ucraina e vi rimane in media un mese e mezzo. Ogni volta mi devo occupare delle procedure burocratiche per le sostituzioni e talvolta della mamma me ne sono occupata personalmente. La legge mi riconosce la legge 104 per tre giorni al mese oppure, in alternativa 21 ore al mese. Con quelli non posso certo andare in vacanza. Lo scorso anno ho "sfruttato" qualche ora di 104 di mia mamma per assistere mio marito in terapia intensiva, visto che il lavoro non mi avrebbe consentito di assesterlo per più di tre giorni....ma in vacanza, no, non ci sono mai andata con la 104. Mi domando solo se chi scrive certe cose conosce davvero di persona cosa significa occuparsi di un familiare malato grave, specie se si ha una famiglia impegnativa come la mia. Può darsi che qualche giorno di riposo sia necessario per non impazzire. La badante non può coprire tutte le situazioni, e soprattutto non è mai presnete 24 h su 24. Per informazione, l'aspettativa dei due anni, prevista in alcuni particolari casi, è retribuita in piccola e non fa maturare ferie TFR tredicisima...

Postato da martinporres il 17/11/2012 12:26

Anche nel campo degli imbrogli si guarda la busca per non guardare la trave. Comunque si possono effettuare controlli, sul rispetto della 104, come avviene quando un dipendente è a casa in malattia, per verificare se il titolare del diritto ne usufruisce correttamente.

Postato da DOR1955 il 16/11/2012 18:18

Reverendo Padre Antonio, forse sono "tonto" e non capisco. Ma cosa c'entrano i discorsi filosifici-teologici del sig. Verbari e del sig. Salis con questo articolo?

Postato da LucianoT il 16/11/2012 17:08

Cercherò di essere breve. La lettrice Francesca ha, purtroppo, ragioni da vendere: non solo usufruiscono dei benefici della Legge 104 parenti non conviventi con la persona invalida, ma spesso c'è un abuso nell'uso dei permessi di astensione dal lavoro in virtù della suddetta Legge. Questo però non vuol dire che tutti siano disonesti. Se poi vogliamo dirla tutta, c'è chi, come il sottoscritto, per una propria congiunta convivente invalida riconosciuta al 100% per patologie purtroppo degenerative, non si vede riconoscere i benefici della Legge 104 perché mi si dice che ci dovrebbe essere un aggravamento delle condizioni psico-fisiche della persona in questione.... ed allora ecco i salti mortali al lavoro per poter organizzare viste mediche, consulti da specialisti e quant'altro, vedendo esempi di persone che usufruiscono dei permessi dal lavoro per una zia o un nonno che abitano a chilometri di distanza... Vorrei poi suggerire al signor Giuseppe (Pino) Verbari di essere un pò più chiaro anzi, meno complesso, poiché non tutti abbiamo le capacità di comprendere pienamente il contenuto del suo intervento: non é polemica ma un invito a pensare anche a chi leggerà i suoi discorsi. Al signor Franco Salis: senza voler entrare nel merito del contenuto del suo intervento nè tantomeno di lui come persona che non conosco, rivolgo pacatamente l'invito a rispettare gli altri lettori, con interventi un pò meno autoreferenti e, possibilmente, pertinenti al tema. Grazie e scusatemi se posso essere apparso polemico. Buon fine settimana a tutti

Postato da cokino il 16/11/2012 12:14

LA LETTRICE FRANCESCA, DOVREBBE RIFLETTERE SUL FATTO CHE LA LEGGE 104 È UNA CONQUISTA A FAVORE DEGLI AMMALATI E DI CHI È TENUTO A SERVIRLI. L'ABUSO DELLA LEGGE CHE SI REALIZZA È DA CONDANNARE NONCHÉ PUNIRE. QUINDI I CONTROLLI VANNO FATTI, E SOPRATTUTTO MIRATI PER REPRIMERE GLI ABUSI. CANCELLANDO, INVECE, IL DIRITTO O RESTRINGENDO LA LEGGE, CHI DOVREBBE CONTROLLARE NON CONTROLLA, E A PATIRE, SARANNO I BISOGNOSI. I LEGISLATORI CHE TOLGONO O ABOLISCONO LE CONQUISTE NON SONO A FAVORE DEI BISOGNOSI O DEI MENO ABBIENTI. COME SUOL DIRSI VENDONO FUMO. GENERALIZZARE È PROPRIO DEI GOVERNANTI CHE NON RISOLVONO I PROBLEMI. TANTO PER FARE UN ESEMPIO: RECENTEMENTE L’INPS HA EFFETTUATO NUMEROSE E COSTOSISSIME VERIFICHE PER GLI INVALIDI CIVILI E GLI ACCOMPAGNAMENTI, COSTRINGENDO TANTI VERI INVALIDI A SOTTOPORSI A NUOVE E STRESSANTI ACCERTAMENTI. I FALSI INVALIDI, ALMENO DALLE NOTIZIE RECENTI ANCORA PERCEPISCONO L'ASSEGNO. TANTI CIECHI VEDONO. ALLA LETTRICE FRANCESCA L’INVITO A MAGGIORE RIFLESSIONE. IL CONTROLLORE IN GENERE LO STATO NON PREFERISCE VERIFICARE, COME SAREBBE NELLE SUE COMPETENZE, MA PUBBLICIZZA AZIONI CICLOPICHE DI ACCERTAMENTO E DI MODIFICA DELLE LEGGI - TANTO PER FARE FINTA.

Postato da DOR1955 il 16/11/2012 11:52

Si dice che "il pesce puzza dalla testa". Forse molti di noi italiani siamo ladri e disonesti, specchio fedele dei nostri governanti. E mi sembra che questo brutto "andazzo" sia cominciato circa 30-35 anni fa. Permeando sempre più in profondità la società di questo Paese. Malattia "lunga"; cura "lunghissima". Purtroppo!

Postato da Giuseppe (Pino) Verbari il 16/11/2012 11:45

Centro uninucleo, mi sono intestardito con questo termine inesistente fatto di quell’ univoca presunzione che, devo riconoscere, mi pervade. E, così, per essere quello che sono passo all’analisi di un particolare che mi desta viva preoccupazione: I docenti, con il loro insegnamento, devono saper offrire motivazioni, far maturare convinzioni, suscitare interesse e, soprattutto, comunicare la propria passione per il contenuto al fine di integrare e migliorare la connessione fra studio e vita. Tutto è finalizzato al superamento di alcune sfide e al miglioramento della formazione intellettuale . L’ ottimizzazione degli esiti dei rapporti sociali, rappresenta uno dei motivi, se non l’unico, nell’attività produttiva, per cui, l’insegnamento è alla base dello sviluppo e del miglioramento in tutti i campi quali: economico, scientifico, tecnico, teologico, e chi più ne metta. Purtroppo questo difficilmente si avvera in campo morale. L’inversione morale, l’eversione morale, l’evoluzione immorale e la rivoluzione morale sono i problemi che oggi ci toccano molto da vicino nel rapporto interpersonale. Alla base di tutto c’è la comunicazione fatta da rapporti faccia a faccia in cui vengono coinvolti sia il corpo che la mente. Lo scopo primario è il piano, qualsiasi sia. Intervengono, anche, a questo scopo, nei rapporti interattivi, segnali come possono essere lo sguardo, la postura, la mimica facciale ecc… che contribuiscono, anch’essi, in maniera determinante al consolidamento o meno dei rapporti inter-umani a prescindere dai soliti momenti com’è pessimo costume della nostra politica, che perde tempo a rifilarci discorsi e documenti vuoti, in politichese, di cui a nessun elettore frega nulla e che sono puramente “sinonimo di garanzia a prescindere dai risultati”. Proprio in questo caso non vedo alcun piano. Purtroppo è vero, e, anche assurdo, che come faceva notare Antonio Lombardi, nella sua Filosofia delle rovine: “i tempi di grave calamità sono quelli che rendono gli uomini più magnanimi. E, in quei momenti non c’era bisogno di tante cure al rapporto interpersonale, bisogna solo fare e, basta. Oggi purtroppo il sentimento mi sembra un po’ mutato e noto che la magnanimità disprezza tutto per aver tutto. Anche la magnanimità viene riconosciuta quale sinonimo di grandezza perché viene vista come un dono di Dio e di conseguenza, molti, miscredenti d’animo, ne approfittano per il loro tornaconto a discapito della modestia. Sono finiti i tempi di Antonio Lombardi e allora, mi chiedo: si stava meglio quando si stava peggio o viceversa. Ecco; argomento di un apposito seminario, corso, convegno, o chicchessia potrebbe essere:” Integrazione e miglioramento della magnanimità”. Lo sapete cosa penso?: per fortuna c’è Nando. Giuseppe (Pino) Verbari

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Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

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