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Se il comico fa il politico
L’Italia sta attraversando un severo periodo di povertà e debolezza. Sul
piano politico, economico e sociale. Mai come in questo momento così
difficile, dovremmo sventolare il tricolore dalle nostre finestre. Così come
avviene durante i campionati mondiali di calcio. Non è stato l’euro
a impoverirci, tanto meno l’Imu. Paghiamo, invece, per una politica
che non è mai stata indirizzata al bene della collettività. In Italia i comici
dovrebbero fare i comici. Lo stesso dicasi dei politici. Non viceversa.
La povertà che più dovrebbe farci paura, non è la mancanza dei soldi.
Ma l’assenza di valori, cooperazione, solidarietà e creatività. Dobbiamo
temere il consumismo, che ci spinge a produrre di più per poi spendere
ancor di più. Altrimenti, tutto il sistema va in crisi.
Marcello R.
Hai ragione: ognuno dovrebbe fare il proprio mestiere. Quello per il quale
ha studiato e si è preparato professionalmente. Purtroppo, così non è. Tutti sono
bravi a dire quel che devono fare gli altri. Nessuno che si preoccupi di sé
stesso. Così come nessuno si assume le proprie responsabilità. Lo “scaricabarile”
è ormai sport nazionale. Se in materie lievi è quasi un passatempo, come le
chiacchiere da bar, diventa un dramma su questioni più serie. Come il governo
di un Paese, che richiede più serietà e responsabilità. Ma anche un rigore
morale e uno spessore etico, merce rarissima di questi tempi.
Pubblicato il 16 maggio 2012 - Commenti (31)