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Se il fedele richiama il parroco
Abito in un piccolo paese
di provincia. Desidero
sottoporle due domande.
Prima: il fedele può
“richiamare” (certamente
con garbo) il proprio
parroco sulla necessità
o dovere di fissare un
giorno per le confessioni?
Non si può trascurare questo
sacramento, anche se il prete
deve correre tra le diverse
chiese sparse nelle frazioni
del paese. Seconda: il fedele
può chiedere al viceparroco,
persona giovane, di tenere
l’omelia domenicale stando
più aderente alla pagina
evangelica? E non limitarsi
a una semplice e generica
esposizione religiosa? Cosa
possiamo fare noi fedeli
quando constatiamo qualche
carenza nei preti? È nostro
diritto-dovere intervenire?
Nella M.
Nel Vangelo si parla di correzione
fraterna. E non ci sono limiti,
se non quelli della carità
e della verità. In una comunità,
se c’è pieno coinvolgimento
di tutti nella corresponsabilità,
ci si può dire tutto. E trovare
anche le soluzioni migliori per
il giorno e l’orario delle confessioni.
Così come si può fare un
garbato appunto, in spirito costruttivo,
sulle omelie. Ma, al
tempo stesso, tutti devono mettersi
in discussione. Nel dialogo
e nel confronto. Nessuno è
spettatore o giudice. Altrimenti,
criticare e sparare addosso
al parroco o ai suoi coadiutori
è fin troppo facile e comodo.
Un pretesto lo si trova sempre.
Più proficuo, invece, è “camminare
insieme”.
Pubblicato il 03 dicembre 2012 - Commenti (7)