Il capo dello Stato si dice “turbato”. Il quotidiano
dei vescovi parla di vicenda “sconvolgente”.
L’interessato fa finta di niente, anzi
nega tutto. Non vuole fare chiarezza e tuona
contro tutti. Gli danno man forte ministri e
mezzo Parlamento, compresi i cattolici dichiarati!
Si scatenano in sua difesa Tg di Stato
e Tv di sua proprietà. Eppure, molti mesi
fa, la moglie l’aveva detto che suo marito era
ammalato. Come ritorsione, sui giornali di famiglia,
è stata pubblicata la foto di lei, madre
dei suoi figli, mezza nuda. Per dire che
era una “poco di buono”. Potremmo concludere:
“Signore liberaci dal male”! Ma, siamo
noi cittadini, noi cattolici, che col silenzio assordante
assecondiamo potere, cinismo e immoralità.
Occorre reagire. Prendiamo carta e
penna, oppure via e-mail o Web, e scriviamo
a tutte le autorità, a tutti i mezzi di stampa
per dire che siamo stufi, che ci vergogniamo,
che siamo scandalizzati di questo sfruttamento
dei corpi e delle menti. Risvegliamo la nostra
coscienza cristiana!
Roberto T.
Siamo abbonati da anni a Famiglia Cristiana
perché la consideriamo una voce semplice
ma “alta” nel desolante panorama della stampa
italiana. Tanto più quando, con coraggio,
prende posizione contro i disgustosi comportamenti
di chi ci governa. Come può la Chiesa
sostenere un “satrapo” corruttore, che disattende
le posizioni evangeliche sui migranti, si
allea coi peggiori Governi del mondo, partecipa
alle giornate per la famiglia e poi è accusato
di orge e festini? E, soprattutto, non fa niente
per la ripresa economica e per l’occupazione
giovanile. Perché la Chiesa soffoca le voci
profetiche di tanti preti, che non vogliono assoggettarsi
a questo potere? Continueremo a
comprare e leggere Famiglia Cristiana,ma facciamo
fatica a riconoscerci in questa Chiesa.
Stia bene lei, si riguardi, e persista nella sua
battaglia etica e civile. Per essa soffrirà, ma
sappia che i suoi lettori (e siamo la maggioranza)
sono con lei.
Mario Q.
Sono rammaricato. Speravo che la politica
potesse prendere una direzione più vicina agli
interessi delle famiglie, ai problemi dei lavoratori,
all’educazione dei figli. Ma, alla luce di
quanto sta succedendo, altro che cambiamento!
Viviamo in una società sempre più squallida,
dove dominano “escort” e “papponi” vari.
Che esempi diamo ai figli?
PietroS.
Cosa deve ancora succedere perché la Chiesa
prenda una posizione più netta? Sono sconfortato
da tanta diplomatica prudenza. Se si ha
paura a parlare chiaro, non si è vere guide. Il
Vangelo non è diplomatico, indica la verità e
la testimonia. Giovanni Battista ci ha rimesso
la testa, non l’ha nascosta sotto la sabbia. Col
silenzio si legittimano comportamenti immorali
e anticristiani. Povero mondo cattolico, così
supino e incerto! Mi vergogno di questa Italia
e di chi la rappresenta.
Fausto A.
Finalmente, la Chiesa solleva il suo manto
di inopportune protezioni verso personaggi
di primo piano della politica. Auguriamoci
che torni a essere la “casa di Dio” e non il deposito
di “voti politici”. Quanto tempo ci vorrà
perché la Chiesa riconosca che l’attuale sistema
economico, con tutti i suoi bisogni aggiunti,
è peccato? Il Papa, più volte, ha invocato
una Chiesa povera e libera.
Antonio E.
Da fedele lettore non posso che congratularmi
con lei per la barra dritta che avete sempre
tenuto. Tacciati di faziosità per il coraggio di
dire la verità. I penosi fatti di questi giorni dimostrano
che le vostre critiche a uno “Stato
delle banane” più che a una nazione civile,
erano corrette. Mentre gli operai di Mirafiori
fanno sacrifici per il posto di lavoro, chi ci governa
scialacqua soldi e gioielli per “allietarsi”
le serate con ragazze senz’arte né parte.
Non è moralismo. Ma il distacco tra la politica
e il Paese è abissale.
Giuseppe F.
Vivo all’estero e vi leggo via Internet. Mi
complimento con voi per lo sforzo di tenere vivi
i valori morali. Al di là dei fatti inqualificabili,
l’atteggiamento di chi ci governa è un insulto
alla nostra intelligenza. Stiamo parlando
non di una persona qualsiasi, ma del presidente
del Consiglio. Per questo, non si può essere
indulgenti e far finta di niente. Come,
purtroppo, fanno tanti cattolici. Noi italiani all’estero
siamo molto preoccupati per la nostra
patria, per le gravi conseguenze sociali ed economiche,
per la mancanza di lavoro e di futuro
per i giovani. Mentre, oggi, le priorità del
Governo sembrano altre. E tutto finisce nel
pettegolezzo.
Renzo B. - Venezuela
Sono un marito felice. E, soprattutto, un papà
orgoglioso della mia piccola Chiara di sei
anni. I miei genitori mi hanno educato a essere
coerente con la fede. La nostra bella Italia,
ancora una volta, è devastata dalle nefandezze
di un “piccolo uomo” che, incurante del dovere
del buon esempio, fornisce prove amorali.
Squallore e depravazione rendono bene
l’immagine. La “mia” Chiesa deve prenderne,
con forza, le distanze. Se proprio dobbiamo
“contestualizzare” le bestemmie, non facciamo
altrettanto con questi comportamenti. La
misura è colma. Non mandiamo alla deriva i
nostri valori. Il nostro compito di genitori è
sempre più arduo.
Leo C.
Sono una giovane napoletana, che sta attraversando
uno dei momenti più belli della vita.
Tra poco più di cinque mesi, darò alla luce
il mio primo figlio. Ho sempre cercato di mettere
in pratica i valori cristiani, che i miei genitori
mi hanno inculcato. Sono indignata di
quanto sta accadendo in questi giorni in Italia.
Non giudico nessuno, ma il “caso Ruby”
ha raggiunto livelli di “sudiciume morale” incredibili.
Non trovo altri termini. Perché il
nostro premier non va dai giudici, come ogni
italiano? Perché la Chiesa non chiede che si
faccia questo? Quanto sta accadendo è peggio
di qualsiasi bestemmia strappata e rubata
in un reality.
Anna M.
Al Vaticano stanno più a cuore gli “atei devoti”,
specie se potenti, o i fedeli “poveri di spirito”
del Vangelo? Le cronache di questi giorni,
come credenti ci impongono una chiara presa
di posizione. Tacere è connivenza. L’impatto
negativo sui nostri giovani è evidente anche a
chi non vuole aprire gli occhi. Com’è stato possibile
dare giustificazione dottrinale a una bestemmia
per l’insopprimibile voglia di raccontare
una barzelletta? O disquisire su una disinvolta
partecipazione all’Eucaristia, mentre tante
persone sono inibite dall’accostarsi al sacramento?
Nella fede non ci sono salvacondotti
speciali per nessuno.
Luciana P.
Vorrei farle i complimenti per la chiarezza
con cui espone le sue posizioni, senza lasciarsi
intimorire dai potenti. Come cittadina sono amareggiata per lo scandalo cui stiamo assistendo.
Oggi, ho appreso dai Tg che Berlusconi
si sente parte “lesa”. Sappiamo quanto sia
abile amescolare le carte, ma siamo tutti noi a
doverci sentire parte “lesa” nell’essere rappresentati
da lui! Il degrado morale in cui ha portato
la politica non ha bisogno di commenti.
Vorrei rivolgermi ai cattolici presenti in Parlamento:
il Paese ha bisogno d’essere governato
da persone moralmente inattaccabili se vogliamo
uscire dal pantano in cui siamo. I cattolici
hanno una grave responsabilità morale. Il premier,
come tutti i cittadini, deve presentarsi alle
sedi competenti, e non affidarsi ai proclami
televisivi per raccontare le sue verità. Perché il
Governo non si interessa della precarietà dei
giovani?
Una mamma
Di fronte alle vicende del “nostro” primo ministro,
da cattolica impegnata in parrocchia
come catechista di un gruppo di adolescenti,
sento forte la necessità che le alte gerarchie
della Chiesa facciano sentire la loro voce di ferma
condanna. Che esempi diamo ai nostri figli?
Quello di un vecchio (sì, vecchio!) sporcaccione
che si “diverte” con ragazze che potrebbero
essere sue nipoti? E che si nasconde dietro
la scusa della privacy o della persecuzione
politica? Questo Paese meraviglioso non si
merita una tale classe politica.
E.C.
Ieri, dopo le parole del cardinale Bertone,
mi sono sentita finalmente sostenuta dalla
mia Chiesa. Anche Famiglia Cristiana, che sino
a oggi era isolata nella sua battaglia di chiarezza,
è sostenuta da tutta la Chiesa (Avvenire,
Cei,Vaticano)! Finalmente, si ribadiscono quei
valori che noi cattolici ci sforziamo di mettere
in pratica tutti i giorni. Spero che si prosegua
su questa linea e non dover più vedere il monsignore
di turno che si arrampica sugli specchi
per giustificare contegni vergognosi di chi si ritiene
al di sopra delle leggi. Oggi, abbiamo bisogno
di comportamenti ineccepibili, trasparenza
e verità cristalline. Grazie per tutto quello
che avete scritto e ribadito con fermezza in
questi mesi, dandoci la consolazione che qualcuno
la pensasse come noi.
Maria Grazia
Le scrivo come donna e mamma di due figli,
per esprimere l’indignazione e il disgusto per
il comportamento etico e morale del presidente
del Consiglio, che si sente al di sopra delle
leggi e non rispetta né la propria dignità di uomo
pubblico, né la donna, che usa come oggetto.
La mia rabbia, poi, è molto più forte verso
coloro che lo difendono a spada tratta. Soprattutto
uomini o donne cattolici, che fanno
i convegni sulla famiglia. Sono una mamma
“non comunista”, cresciuta in una famiglia
cattolica con forti princìpi etici. La Chiesa, se
proclama il Vangelo, deve far sentire alta e
forte la sua indignazione. Altrimenti, è compiacente.
Federica B.
Ho appena ascoltato alla radio l’intervista a
monsignor Bruno Forte. Finalmente, una voce
chiara del nostro episcopato contro il decadimento
etico della società italiana! Spero che
ne seguano tante altre. E che anche Famiglia
Cristiana, che già ha dimostrato tanto coraggio,
continui su questa linea. Grazie e buon lavoro
“educativo”!
Un lettore
Mentre altri se ne stavano in silenzio, onore
a lei, caro don Antonio, che per primo ha denunciato
questo malcostume, incancrenitosi
nei palazzi istituzionali e privati del nostro
premier. Sono amareggiato nel leggere clamorose
accuse di prostituzione minorile e di degradomorale.
Mi sento offeso come italiano e
come padre di famiglia. Sono un ex elettore
del centrodestra, pentito e arrabbiato. Adesso
vedo Famiglia Cristiana con un occhio diverso.
Grazie per averci fatto aprire gli occhi, con
semplicità e onestà di giudizio, senza secondi
fini. Lei ci aveva visto giusto.
Francesco
Le scrivo con lo stomaco rivoltato per questa
sgangherata e disgraziata Italia: l’ennesimo atto
di un’interminabile soap opera che riguarda
il nostro premier. Il “caso Ruby” ha fatto il
giro delmondo. È ora che questo caparbio leader
la smetta di occupare, con spavalderia, la
scena politica italiana. E di incidere negativamente
nella vita degli italiani. Sono noti a tutti
i seri problemi del Paese. A cominciare dalle
famiglie che sono povere e disastrate, altro
che “bunga bunga”! Il nostro premier, per il
bene dell’Italia, si presenti subito davanti ai
magistrati.
Franco P.
Sono grato al vescovo della mia città, che ha
dichiarato che lo stile di Berlusconi ha pesato
fortemente sul degrado etico-politico degli ultimi
tempi. Spero, però, che qualche altro
esponente della Chiesa non corra a “contestualizzare”
la prostituzione minorile, così come
avvenne per la bestemmia.
Antonio
La misura era colma. Così come l’indignazione.
Al punto che era impossibile tacere
di fronte alle squallide vicende del presidente
del Consiglio. Accusato dalla Procura di
Milano di concussione e prostituzione minorile.
Lo sgomento dei cittadini è palpabile. Quello
dei cattolici ancor di più, ormai inarrestabile.
Preoccupati per il cattivo esempio che si dà ai
giovani. Al turbamento del presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano, che ha chiesto
una seria e approfondita riflessione sulla crisi
globale che ha investito il Paese, hanno fatto
eco le parole, tanto attese, del cardinale Angelo
Bagnasco (che già in passato aveva detto che
«quando si ricoprono incarichi di visibilità, il
contegno è indivisibile dal ruolo») e quelle del
cardinale Tarcisio Bertone. Il segretario di Stato
vaticano ha invitato tutti, soprattutto chi ha
responsabilità pubblica, «ad assumere l’impegno
di una più robusta moralità, di un senso di
giustizia e di legalità».
E il Papa, parlando ai funzionari di Polizia
di Roma, la settimana scorsa, ha chiesto di ritrovare
nelle istituzioni e nella politica le “radici
morali”. L’insicurezza che stiamo vivendo,
dovuta alla precarietà sociale ed economica,
ha detto, «è acuita da un certo indebolimento
dei princìpi etici su cui si fonda il diritto e degli
atteggiamentimorali personali che a quegli ordinamenti
sempre danno forza».
Il mondo cattolico ha reagito compatto, più
che in passato. E se una parte di esso fatica ad
aprire gli occhi e, giustamente, chiede prudenza
e attesa dell’esito dei procedimenti, a torto
tace sul rispetto delle istituzioni e sulla chiarezza
da fare nelle sedi competenti. E in tempi rapidi,
per fugare anche il minimo sospetto che chi
guida il Paese e lo rappresenta, lo fa calpestando
il decoro che l’alto ruolo richiede. Anche secondo
la Carta costituzionale.
La vera “gogna” mediatica è quella di un Paese
sbertucciato nel mondo, con credibilità al ribasso
e danno d’immagine che si farà fatica a
recuperare. Non certo per colpa dei media che
“mettono a nudo il re”. I nostri ragazzi, all’estero,
sono apostrofati come “italiani bunga bunga”!
E non è una lusinghiera definizione.
Per guidare il Paese occorre compostezza e decoro.
Oltre alla coerenza tra princìpi e comportamenti
privati. Altrimenti, crolla la credibilità.
Mentre ipocrisia e opportunismo non aiutano il
Paese a crescere. E non solo a livello morale. Anche
perché il resto langue. Il Paese è bloccato da
mesi sul pettegolezzo e su vicende personali. Miseramente.
Nessuno più parla della grave crisi
economica. Né serve l’invadente controffensiva
mediatica (con l’immolazione di “eroici difensori”
ed eroine che, tra pianti e urla, entrano ed
escono dai dibattiti televisivi) a coprire l’immobilismo.
O a difendere l’indifendibile.
Pubblicato il
26 gennaio 2011 - Commenti
(21)