06
feb

Consumismo e crisi economica

Da lettrice accanita, anzitutto, complimenti per la rivista. Nella mia vita sono stata abituata a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto. Di fronte alla grave crisi che, in questi giorni, è sfociata negli scioperi di camionisti, tassisti, pescatori, avvocati... mi sono chiesta: «Se non ho la benzina nella macchina, se il supermercato non è fornito, sarò capace di sopravvivere?». Oggi, il mondo ci obbliga a vestire all’ultima moda, ad avere tutte le novità tecnologiche. Forse, sarebbe meglio riscoprire la sobrietà dei nostri nonni, che vivevano bene senza telefonino, Tv, auto. Non abbiamo saputo far fruttare al meglio le novità che la tecnologia ci ha messo a disposizione. Ne abbiamo abusato. Sono diventati una malattia. Ora siamo dipendenti da Internet e dalla posta elettronica. Un ritorno al “passato” può farci apprezzare il “presente”. Come per una torta fatta in casa dalla mamma rispetto a quella del supermercato. Quando dico in giro che non sono andata in vacanza, tutti mi guardano come fossi una mosca bianca. Ma, forse, sono mosche bianche anche quelli che la domenica non vanno al centro commerciale a fare la spesa, ma si sacrificano per gli altri. O passano il pomeriggio al parco giochi coi figli. Cose che aiutano non solo il fisico, ma anche lo spirito.
M.T.

La crisi e i tentativi in atto per superarla mettono a nudo non solo i nostri stili di vita, che sono stati al di sopra delle possibilità economiche, ma anche il modello di società che vogliamo costruire. Se economia e finanza sono finalizzate solo al profitto e al consumo, i rischi di una società poco umana sono alti. Se i provvedimenti sono a misura di famiglia, allora un altro mondo è possibile. Più sano e solidale. Più coeso e vivibile. Ma c’è anche un vero guadagno economico. Il consumismo non è la soluzione di questa crisi. Ne è la malattia, che l’ha originata. L’economia senza etica ha conseguenze disastrose. Il rispetto della legalità, invece, ha anche un ritorno economico. La crisi che ci costringe a fare delle scelte può rivelarsi un’opportunità per cambiare modelli di vita e di società. Forse, una maggiore sobrietà può liberarci dalla schiavitù dei bisogni indotti. Spesso non necessari. O dall’essere succubi della tecnologia e dei suoi ritrovati. Oggi, si può essere obesi e bulimici non solo di cibo, ma anche di Internet, Rete e Web.

Pubblicato il 06 febbraio 2012 - Commenti (2)

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Postato da Franco Salis il 07/02/2012 22:07

E meno male che vedi il bicchiere mezzo pieno,se lo avessi visto mezzo vuoto che cosa avresti detto? Questa volta non posso fare i complimenti a don Sciortino la risposta non è saggia come telle le precedenti.Una cosa è il consumo che è quello che soddisfa bisogni reali altra cosa è il consumismo.Ma quali sono le fasce sociali che oggi si possono permettere il consumismo con tutti i disoccupati e cassintegrati? Ma M.T.o i tuoi nonni erano benestanti e intelligenti,attenta non furbi,o erano morti di fame.Ma lo vuoi capire che io sono sopravissuto alla fame perchè ho avuto il cibo "dono del popolo e il governo dgli Stati Uniti d'America"? Credi che sia il solosessanta anni fa? Beh,io mi scandalizzo del fatto che oggi ci siano persone che si trovano nelle stesse condizioni in cui io sono satto sessanta anni fa.Credi che la Chiesa non abbia alcuna responsabilità? La De Monticelli che ha salutato gli amici cattolici,che non disprezza anzi li ringrazia,dice che non è vero che sia stata la Chiesa a rovinare la società,ma è la società che ha rovinato la Chiesa,Mahh Ciao

Postato da martinporres il 07/02/2012 18:41

Probabilmente consumismo e crisi economica, spesse volte, ma non in tutti i casi, possono essere le due facce della stessa medaglia

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Don Sciortino risponde

Don Sciortino

Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

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