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Future mamme: troppo garantismo

Vorrei rispondere alla mamma che le ha scritto sulla sua situazione di donna incinta con un contratto non a tempo indeterminato (FC n. 16/2013). Come donna condivido il sentimento di rabbia e frustrazione per l’abuso di potere esercitato dai datori di lavoro. Come dipendente di una grande azienda dove, invece, sono le future mamme ad abusare dello stato di “donne incinte” e “puerpere” per i benefici che lo Stato riconosce loro, sono dalla parte dei datori di lavoro. Spesso si guarda solo ai diritti delle donne e non a quelli delle aziende che, in questo periodo di crisi, devono sopportare i costi della scelta affrettata di una dipendente ad avere un nuovo figlio. Viviamo in un Paese troppo garantista verso le donne, che pretendono, tra l’altro, la “parità” con l’uomo. Non ho mai provato la gioia d’essere madre, ma mi chiedo se sia giusto abusare della maternità “per farla pagare ai maschi”.

Laura

Cara Laura, faccio fatica a ritrovarmi nel tuo linguaggio. Anzi, non mi pare vero che una donna possa avere un concetto di maternità così poco rispettoso. Il lavoro è per l’uomo, non è l’uomo servo del lavoro. La vita è il bene più prezioso che abbiamo, e tutto deve ruotare, con armonia, attorno a essa. Il risentimento è cattivo consigliere.

Pubblicato il 09 maggio 2013 - Commenti (9)

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Postato da MARISA MORELLO il 13/05/2013 15:15

Grazie Laura, Grazie perchè è tramite la complicità (con alcuni datori di lavoro) di persone come te che le donne continuano ad essere discriminate ed umiliate nel mondo del lavoro. Ho un'anzianità di servizio di ben 37 anni ed ho sempre avuto delle colleghe "femmine" alle quali sono stata ben contenta di dare una mano quando sono andate in maternità. Non ho mai visto i "benefici" a cui tu fai riferimento. Gli unici benefici sono quelli di avere tra le braccia il futuro e di vederlo crescere con tanti sacrifici, compreso quello di far collimare il lavoro con la famiglia, magari dormendo poco. Mi spiace che tu non abbia provato la gioia di essere madre. Forse adesso avresti un'altra opinione delle donne che scelgono di avere dei figli. Ti auguro di cambiare il tuo atteggiamento e mi permetto di darti un consiglio: qualche volta esci un po' prima dal lavoro, vai ai giardinetti e scialati a guardare un mucchio di bambini di tutte le età e fatti contagiare dalla gioia di vivere. Cambia il tuo modo di essere: lavora per vivere (con onestà e con tutto il tuo impegno) e non vivere per lavorare. Con affetto. Marisa

Postato da aldo abenavoli il 13/05/2013 13:07

E’ molto triste sentire una lavoratrice lamentarsi delle eccessive tutele di cui sarebbero beneficiarie le lavoratrici madri. Questa affermazione sorprende anche chi, come il sottoscritto, fin dal 1974 ha seguito le questioni sindacali da parte imprenditoriale e quindi ha vissuto personalmente il passaggio da una situazione di ipertutela del mondo del lavoro negli anni 70, a quella di progressivo svuotamento degli elementari diritti costituzionalmente garantiti, a partire da quello del lavoro. E’ molto triste ma anche comprensibile. Quello nel quale vivono oggi milioni di lavoratori e lavoratrici è un clima di vero e proprio terrore che va a detrimento del sentimento di solidarietà che negli anni settanta era ancora vivo. ma che poi si è progressivamente perduto non per ragioni di egoismo ma di mera sopravvivenza. Sulle ragioni per le quali siamo arrivati fino a questo punto sono stati spesi fiumi di parole, quelle parole che “a buon intenditor” non servono. unlaicoallaricercadellaverita.myblog.it

Postato da Andrea Annibale il 10/05/2013 16:53

Famiglia Cristiana ha dedicato molti servizi dedicati all’universo femminile, toccando i vari temi: la donna sul lavoro, la protezione della maternità, la protezione del feto e della salute e della volontà della donna, la condizione delle suore, la tratta delle schiave-prostitute, il femminicidio. C’è un filo comune che lega tutti questi interventi ed è la promozione della identità specifica della donna nei vari contesti, chiamata alla cura, alla protezione, alla mediazione con il marito, i figli, la società, insomma nei vari contesti. La valorizzazione anche teologica delle donne attraversa la rilettura dei Vangeli guardando come Gesù ha trattato le donne: con rispetto e con grande amore. Oggi dobbiamo preservare l’identità femminile portando avanti il piano antropologico cristiano che valorizza il genio femminile in ogni ambito. Il tema toccato dalla lettera in esame pone un problema di difficile soluzione: come conciliare l’esigenza dell’azienda con la maternità. Forse bisogna distinguere a seconda che la famiglia sia monoreddito o no, specie se l’unico reddito deriva dal lavoro della moglie/madre, la tutela dovrebbe essere più intensa. Le garanzie della maternità, anche vista la decrescita demografica, dovrebbero sempre essere penetranti. L’ideale, a mio avviso, sarebbe se lo stipendio durante il permesso di gravidanza, fosse pagato, almeno in parte, dall’INPS, come accade, se non sbaglio, con altri ammortizzatori sociali. Discorso, mi rendo conto, difficile in tempi di grande scarsezza delle risorse pubbliche. Facebook: AAnnibaleChiodi; Twitter: @AAnnibale.

Postato da degrel0 il 10/05/2013 10:06

Credo che senza queste garanzie una donna dovrebbe scegliere tra lavorare e avere figli e sarebbe assolutamente ingiusto.

Postato da santrev il 10/05/2013 10:00

Il commento di Laura é molto diffuso in particolare nelle piccole imprese dove la presenza o meno di un lavoratore si nota e incide sulla economia aziendale. Purtroppo i rappresentanti della chiesa in politica hanno altri interessi da difendere. I poco cattolici politici francesi hanno messo in piedi una struttura che a partire dalla maternitá supportano in modo serio e concreto la famiglia senza penalizzare le imprese. Da noi purtroppo i politici cattolici si fanno notare solo quando devono difendere l'IMU alla chiesa o quando devono farsi vedere in prima fila in uno dei tanti convegni sulla famiglia organizzati dalla chiesa e che in questi ultimi decenni sono stati molti e tutti senza alcun risultato concreto. Una chiesa che si fa rappresentare da gente come Formigoni, Lupi e Giovanardi che credibilitá puó avere? L'importante per costoro é quello di farsi vedere ai vari meeting di Rimini per dare lustro assieme a cardinali come Bertone e Bagnasco al miglior berlusconismo. E poi ci si meraviglia se persone come Laura, non si rendono conto dell'importanza della maternitá elemento fondamentale della famiglia.

Postato da LucianoT il 09/05/2013 23:58

Non si devono fare facili psicologismi, ma l'acredine della Signora Laura ha, probabilmente, origine in un posto nascosto (anche a se stessa), per cui non possiamo giudicarla quando esprime concetti "degni" del più gretto maschilismo. Quel che dice, però, quello si che possiamo giudicarlo: da uomo sono rimasto allibito, man mano che leggevo il suo sfogo su quello che lei definisce un Paese (la nostra Italia) troppo garantista nei confronti delle donne; le dobbiamo forse ricordare a voce alta le decine e decine di donne uccise ogni anno dai loro mariti-compagni-parenti carnefici? Dobbiamo forse farle tornare alla memoria il fatto che le donne, in Italia, godono di diritto di voto solo da pochi decenni? Forse dovrebbe leggere le statistiche secondo le quali le donne, a parità di impiego, guadagnano mediamente meno degli uomini? Le sarebbe magari utile conoscere le tante (troppe ahinoi!) storie di madri single che si spaccano in quattro e fanno i salti mortali per dare una vita dignitosa ai propri figli, figli spesso misconosciuti, dimenticati, rifiutati da padri che non sono mai cresciuti? Vede, Signora Laura, potrei andare avanti indefinitamente per esprimere il mio sconcerto per quanto da lei scritto, ma sprecherei solo tempo, poiché argomenti come i suoi sono assolutamente risibili quando non indisponenti. Le auguro di tutto cuore di trovare semplicemente un pò di serenità nei confronti della vita, propria ed altrui. Sono certo che laddove c'è molta acidità, ci sia anche molta sofferenza, ma dove alberga sofferenza, c'è l'amore dietro l'angolo pronto ad alleggerirla. Buona fortuna!

Postato da AZZURRA63 il 09/05/2013 23:46

Ho avuto la fortuna di potermi fermare dal lavoro per accudire i miei figli, ma non per tutte le donne è così. Incontro donne molto più giovani con figli piccoli e devono lavorare. Sui loro visi vedo la stanchezza di chi non si ferma mai. In particolare cerco di parlare e incoraggiare una giovane mamma che con 2 figli piccoli e un lavoro sta facendo dei veri salti mortali. Mi capita spesso di pensarla nella sua casa in famiglia e credo che la stanchezza non alimenti certo la serenità tanto necessaria ai figli per crescere. Questa non è un paese per mamme e questo è un vero dramma.

Postato da curiazo il 09/05/2013 21:00

xchè solo in Italia le donne lavorano (tra l' altro meno della media UE) e partoriscono ? ovunque ci sono garanzie, forse più che da noi. in Francia mi pare diano aiuto concreto (soldi e servizi) per i primi anni di vita del bimbo. da noi tutto è lasciato alle singole parti, con danno x ambedue, datori di lavoro e lavoratrici. Già, ma noi abbiamo 1000 parlamentari, oltre 1000 consiglieri regionali strapagati, migliaia di cda pubblici più dannosi che effiienti con un mare di prebende, etc etc

Postato da giori55 il 09/05/2013 20:49

Anch'io fatico tanto ad accettare che una donna possa pensarla così. Ho riflettuto sulla tua esternazione cara Laura, ed alla fine mi sono detta che, forse, la spiegazione sta nelle ultime tue parole: chi non ha mai provato l'immensa gioia di portare in grembo il frutto dell'amore di Dio e del tuo uomo e di dare, nel vero senso della parola, la vita ad una creatura, probabilmente non sa quanto questa gioia, spesso, renda difficile alzarsi presto al mattino, sostenere i ritmi del lavoro che prima non ti pesava, soprattutto se le mansioni sono pesanti. Personalmente amo ricordare ai miei due meravigliosi figli ormai universitari, che mai sono stata tanto felice come durante i mesi che li ho portati in grembo, ma fisicamente è stato pesante e mi ha costretta ad allontanarmi dal lavoro per parecchio tempo. Mai il mio tempo è stato speso meglio di così. Auguri alle mamme!

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Don Sciortino risponde

Don Sciortino

Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

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