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Rinsavire con la crisi

Fino al primo Dopoguerra (1945) esistevano valori come la famiglia, la generosità, l’estro artistico, la passione per lo sport, la gioia di vivere. Oggi, i cattolici non sono più come al tempo di Pio XII. E la famiglia è in profonda crisi. L’individualismo e il relativismo morale hanno corroso il concetto di bene e male. Obbedienza e fedeltà non sono più virtù, ma quasi una colpa. C’è assuefazione, se non tolleranza, alla corruzione. Non c’è più umanità né rispetto dei diritti di tutti. Diamo i vestiti alla Caritas, ma non riconosciamo la cittadinanza a chi ne ha diritto. C’è una classe politica non all’altezza dei problemi. Inamovibile, grazie a leggi “porcellum”. Gli italiani meriterebbero uno Stato migliore. E politici più onesti e saggi. Oggi, la gioia di vivere degli italiani è avvelenata dal virus di una politica malata. Quella che bada solo a interessi personali e privati. Spero che la crisi ci faccia rinsavire. Nelle menti e nel cuore. 

                                                                                                                       Giancarlo M.

C’è poco da aggiungere alla tua lucida analisi, soprattutto sulla situazione in cui ci troviamo oggi. Mi associo al tuo auspicio, che anche dalla crisi possa venirne qualcosa di buono. Come un cambio di mentalità nel modo di vivere e negli stili di vita, improntati più a sobrietà e rigore etico. E più onestà e saggezza in chi è chiamato a gestire la “cosa pubblica”. Cioè il bene di tutti.

Pubblicato il 12 dicembre 2011 - Commenti (5)

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Postato da santrev il 24/12/2011 15:48

Anche i cattolici in seno alla politica dovrebbero rinsavire. Loro piú degli altri. Ma poi saranno veramente cattolici? O si dichiarano tali solo prima di essere eletti? E la chiesa, perché non si dimostra piú intransigente con costoro?

Postato da giogo il 24/12/2011 14:46

I ricchi di Libero...son ricchi son bravi son santi copiamoli tutti quanti...amen

Postato da masperi.umberto@yahoo.it il 21/12/2011 09:16

Nulla togliendo al sig.Libero della parte di verità del suo intervento, cominciamo a ...cambiare un'altra parte di mentalità: chi ha evaso le tasse, chi è evaso dai nostri confini-frontiere,esportando all'estero, chi paga con tre euro il lavoratore senza riconoscergli una parte del suo profitto ( suo= del padrone), pronto poi a licenziare subito all'annuncio di qualche nube all'orizzonte... und so weiter, ecc.ecc. Mentre quel lavoratore a reddito fisso non evade le tasse, non esporta i suoi sacrifici e debiti all'estero, non ridistribuisce una parte della sua miseria col suo datore di lavoro, non gli impone di tirare un po' la cinghi prima di licenziarlo... und so weiter. La mezza verità, non dimemntichiamolo, è menzogna. Le mezze verità di un certo signore che ci ha governato per un diciottennio che efffetto hanno avuto ( oramai siamo quasi fuori dalla crisi, stiamo meglio degli altri,i ristoranti sono pieni, i posti sugli aerei non più disponuibili ( tranne quello personale ... anche di un certo Don Verzè)? E visto che io sono credente impenitente ed incallito: a quali ricchi si rivolgeva (convertitevi) il precursore ed il Maestro: ai ricchi alla "Libero Leo"? Cambiamo memtalità,certo.

Postato da Libero Leo il 18/12/2011 19:59

Dice bene don Sciortino quando scrive: “Mi associo al tuo auspicio, che anche dalla crisi possa venirne qualcosa di buono. Come un cambio di mentalità nel modo di vivere e negli stili di vita, improntati più a sobrietà e rigore etico.”. Ci vuole proprio un cambio di mentalità, direi di cultura. Oggi siamo portati a vedere nella agiatezza altrui qualcosa di negativo. Siamo portati a pensare che colui che ha fatto fortuna, l’ha fatta sfruttando il prossimo o in qualche modo illegale. Non vogliamo ammettere che abbia lavorato e rischiato più di noi. Certamente può essere anche questa l’origine della agiatezza vi sia illegalità; ma non sempre; anzi, statisticamente quasi mai. Non si pensa quasi mai che l’agiato possa aver fatto fruttare i talenti concessigli impiegandoli bene con impegno, sacrifici e rischi. Ci si dimentica che ogni persona e diversa dall’altra e, quindi, i risultati possono essere diversi anche nel pieno rispetto della legalità. Due persone che hanno lo stesso reddito: una lo spende tutto; l’altra lo risparmia o lo impiega molto bene. Dopo 30 anni di lavoro, il primo non ha nulla oltre la pensione; l’altro ha una piccola fortuna. A questo punto siamo spontaneamente portati a pensare che sia giusto tassare colui che ha fatto sacrifici ed ha vissuto sobriamente, piuttosto che colui che si è divertito molto ed ha vissuto in modo assai poco sobrio. Ma è giusto? Non dovremmo cambiare mentalità anche in queste valutazioni? Non dovremmo valutare più positivamente colui che ha creato ricchezza ed ha pagato già molte imposte rispetto a colui che ha vissuto assai poco sobriamente? Purtroppo, invece, la nostra mentalità ci porta a metterci dalla parte di colui che ha meno. Ed a volte lo si incita ad indignarsi, a protestare ed a rivendicare. Sembra quasi che la giustizia imponga di non premiare i sobri e meritevoli e di favorire i dissoluti e non sobri. Penso che dovremmo proprio cambiare mentalità cominciando, ad esempio, a vedere con ammirazione chi è agiato senza lasciarci prendere dall’invidia che ci porta a pensar male di lui. Ed anche se ora ostenta un po’ la sua fortuna, dobbiamo pensare che quasi certamente dietro a questa fortuna c’è grande capacità, fatica e rischio. Questo non sarebbe solo un cambio di mentalità, ma una grande rivoluzione culturale. Però, temo proprio che non ci riusciremo.

Postato da masperi.umberto@yahoo.it il 14/12/2011 15:35

Come saremo dopo la crisi nessuno lo può prevedere, e la speranza espressa nella lettera e nella risposta è un atto di coraggio,oltre che di attesa e di sfida con se stessi. Il richiamo al secondo dopoguerra,suoi inizi ( non "primo" dopoguerra, il '18 e anni venti che furono drammatici, con l'esito del Fascismo) non è molto appropriato. Allora si lottava, tutti assieme, contro la povertà, la sofferenza ... ; oggi bisogna lottare contro il nuovo nemico: il cancro che si insinua quotidianamente in noi (che ci sono dei colpevoli, responsabili della crisi, che continuano a starci accanto, e non hanno il coraggio di ammettere la loro parte di responsabilità). UN ESEMPIO: le dimissioni di Berlusconi erano ( sono) sincere, seguite da una certa ammissione di responsabilità, o un'altra scelta per proprio tornaconto? F.C. ci faccia su un sondaggio, anche se in ritardo, come quelli di pochi giorni fa; vedremo cosa ne pensano gli italiani. Se posso fare un’aggiunta, esponendomi perché ho quasi la certezza che sarà impossibile credere alla mia sincerità: già da non pochi anni, prima della crisi, vedendo il consumismo dilagante nel settore dell’elettronica,informatica, e ambiti analoghi,vedendo gli sperperi di regali inutili e costosi ad es, esempio sotto le feste di natale, compleanni, “ricorrenze” varie, io in famiglia ripetevo ( e una certa conoscenza delle cause della crisi del ’29, per dovere professionale l’ho sempre avuta) :“ Se qualcosa dovesse incepparsi, ne pagheremo le conseguenze, mentre ora nessuno ci pensa”. Sono sempre stato grato ai grandi papi ( a partire da Paolo VI) che insistevano, nelle encicliche e in altri documenti, che il “progresso” dev’essere a misura d’uomo. Peccato che ALTRI non abbiano ripreso il concetto; ma viene da chiedersi che “idea “ di uomo ci sia nella mente dei grandi della terra. Eppure anche l’attuale papa teologo ha saputo entrare con competenza ( vedi ultima enciclica) nel discorso economico; quando “uscivano” le encicliche quanti uomini politici,anche laici, esprimevano la loro stima ed ammirazione !!! … per poi dimenticare il giorno dopo il loro contenuto. SE ci sarà un’enciclica che si pronuncerà anche sulla crisi … quanto bla ,bla, di quei signori … che con la crisi ne escono arricchiti. La crisi impoverisce i poveri ( come i decreti anticrisi9, mentre arricchisce i ricchi ( come ci fa capire il tanto controverso decreto).

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Don Sciortino risponde

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Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

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