di Don Sciortino
Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.
29 ago
Nella situazione in cui
siamo, ognuno deve
fare il proprio dovere. A
cominciare dalle cose più
piccole. Anche a livello di
linguaggio. Sul tema della
legalità, ad esempio, io
non dico più «la corruzione
dilaga», ma «i corrotti si
moltiplicano». Così come
non «l’evasione in Italia…»,
ma «gli evasori italiani…».
Basta: non siamo solo
spettatori di quanto accade
intorno a noi. Dobbiamo
assumerci le nostre
responsabilità. Parlare
delle istituzioni in modo
generico è fuorviante. Le
leggi sono state votate da
persone ben precise. Sogno
una Famiglia Cristiana che,
con i suoi interventi, dia un
seguito a questa concretezza.
Un lettore
Di questa lettera, prima ancora
dell’invito alla concretezza
di linguaggio che dovremmo
usare ogni giorno, mi piace
il richiamo alla responsabilità
personale. In tutto. Dalle cose
più semplici alle vicende che
riguardano le istituzioni e la
politica del Paese. Basta, dice
il lettore, alle deleghe in bianco.
Alla distanza che separa
noi comuni cittadini da coloro
che sono chiamati a gestire la
“cosa pubblica”. Questa coscienza
civica s’è un po’ persa
nel tempo. Così, sono dilagate
corruzione e illegalità varie.
Anche se stiamo assistendo a
qualche “risveglio civico”, il
cammino della piena responsabilità
è ancora lungo.
Pubblicato il 29 agosto 2012 - Commenti (9)
09 mar
Leggo sempre Famiglia Cristiana: la considero una rivista molto istruttiva. Le voglio dire il mio pensiero sulle Olimpiadi di Roma, anche se il Governo ha rinunciato alla candidatura. Nella situazione economica in cui ci troviamo, cioè a un passo dalla bancarotta, pensare di spendere milioni di euro per costruire stadi e palazzetti era una vera follia. Soprattutto in un Paese dove regnano sovrani corruzione, disonestà e mancanza totale del senso dello Stato. Le Olimpiadi avrebbero arricchito solo tanti disonesti, che non vedevano l’ora di sfruttare l’occasione. C’è bisogno di fare pulizia nelle istituzioni. E buttare fuori corrotti e disonesti. Soltanto allora, forse, si potrà riparlare di Olimpiadi.
Sandro
Dispiacerà, ma un Paese può fare a meno delle Olimpiadi. Soprattutto se la richiesta di ospitare i giochi è preludio di insaziabili appetiti per la costruzione di impianti che, poi, restano inutilizzati o abbandonati. Come cattedrali nel deserto. Quasi per tutti i Paesi le Olimpiadi non sono stati un grande affare. Se non di immagine. Anzi, il tracollo della Grecia è cominciato subito dopo i giochi olimpici. Oggi, l’Italia che fatica a mettere i conti in ordine, ha fatto bene a rinunciare. Vista la dilagante corruzione che ancora impera nel Paese (“Mani pulite”, a distanza di vent’anni, è servita a ben poco), i giochi sarebbero stati non il volano dell’economia, come sostenevano i fautori, ma un ulteriore sperpero di denaro pubblico. I costi, senz’altro, sarebbero lievitati al di là di ogni ottimistica previsione. Come, purtroppo, è sempre successo. La nostra scarsa affidabilità ha penalizzato lo sport e gli atleti che s’erano spesi per le Olimpiadi.
Pubblicato il 09 marzo 2012 - Commenti (0)
12 dic
Fino al primo Dopoguerra (1945) esistevano valori come la famiglia, la generosità, l’estro artistico, la passione per lo sport, la gioia di vivere. Oggi, i cattolici non sono più come al tempo di Pio XII. E la famiglia è in profonda crisi. L’individualismo e il relativismo morale hanno corroso il concetto di bene e male. Obbedienza e fedeltà non sono più virtù, ma quasi una colpa. C’è assuefazione, se non tolleranza, alla corruzione. Non c’è più umanità né rispetto dei diritti di tutti. Diamo i vestiti alla Caritas, ma non riconosciamo la cittadinanza a chi ne ha diritto. C’è una classe politica non all’altezza dei problemi. Inamovibile, grazie a leggi “porcellum”. Gli italiani meriterebbero uno Stato migliore. E politici più onesti e saggi. Oggi, la gioia di vivere degli italiani è avvelenata dal virus di una politica malata. Quella che bada solo a interessi personali e privati. Spero che la crisi ci faccia rinsavire. Nelle menti e nel cuore.
Giancarlo M.
C’è poco da aggiungere alla tua lucida analisi, soprattutto sulla situazione in cui ci troviamo oggi. Mi associo al tuo auspicio, che anche dalla crisi possa venirne qualcosa di buono. Come un cambio di mentalità nel modo di vivere e negli stili di vita, improntati più a sobrietà e rigore etico. E più onestà e saggezza in chi è chiamato a gestire la “cosa pubblica”. Cioè il bene di tutti.
Pubblicato il 12 dicembre 2011 - Commenti (5)
27 giu
Sono un affezionato lettore da molti anni e le scrivo per avere un parere sulle multe che l’Autorità della comunicazione ha dato ad alcuni Telegiornali per aver violato la legge sul regolamento elettorale. Tra questi spicca il Tg1 con un’ammenda di 258.000 euro. Chi pagherà, realmente, questa multa?
Come sempre, i soldi saranno presi dal canone. Noi cittadini, oltre a pagare fior di stipendi ai direttori dei notiziari televisivi, ci facciamo carico anche dei loro errori. Perché non tirano fuori un soldo di tasca propria? Altrimenti, con un atto di umiltà, si dimettano, non essendo stati all’altezza dell’incarico ricevuto. Perché non si applicano in Tv le buone regole civili che valgono per tutti in società?
Amedeo Z. - Vicenza
La Tv pubblica si sta degradando a livelli mai toccati in passato. Per via di una logica che non risponde al bene degli utenti, ma agli interessi dei politici. Senza distinzione di colore, perché a ogni cambio di Governo si perpetuano gli stessi mali. A cominciare dalla lottizzazione e dalla mortificazione delle competenze professionali. Contro le stesse leggi di mercato e dell’editoria, il servilismo è premiato più della bravura. Complici gli stessi giornalisti, senza più dignità ed etica, che a ogni cambio fiutano l’aria che tira, per farsi trovare già proni davanti al potente di turno. Sarebbe bene ricordare a chi spadroneggia in Tv che i veri “padroni” cui rispondere sono i cittadini, che pagano il canone.
Pubblicato il 27 giugno 2011 - Commenti (1)
01 dic
Oggi, ho sottoscritto
un abbonamento a
Famiglia Cristiana. L’ho fatto
a sostegno della vostra linea
editoriale che, senza timori
reverenziali, difende princìpi
morali ed etici. Voi non
giustificate comportamenti
censurabili, con risibili scuse
di “contestualizzazione”. Chi
ha responsabilità pubbliche,
deve essere onesto e
trasparente. Caro direttore e
padre, non si lasci intimorire
dalle accuse di “fare politica”.
Chi, come lei, dice la verità,
condanna la mercificazione
della donna o la “doppia
morale”, non fa affatto
politica. Lei sta solo
affermando i veri valori,
cui dovrebbe attenersi
ogni cristiano. Dovremmo,
semmai, meravigliarci del
contrario. Se un giornale che
si chiama Famiglia Cristiana
tacesse, ci sarebbe davvero
da scandalizzarsi!
GianCarlo Z.
La politica è l’ultimo dei
miei pensieri. Per lo meno, quella
cui assistiamo ogni giorno,
fatta di intrighi, corruzione,
giochi di potere, scambi di interessi
e favori. Non posso, invece,
come cittadino e cristiano,
come giornalista e sacerdote,
esimermi dal dare il mio contributo
per la costruzione della
“città terrena”, in vista del “bene
comune”. Come dovrebbero
fare tutti, ciascuno nel proprio
ambito. Con coerenza e credibilità.
A maggior ragione se ci si
ispira a princìpi cristiani. Purtroppo,
oggi, il Vangelo scolorisce
di fronte alle ragioni di parte.
E di partito.
Pubblicato il 01 dicembre 2010 - Commenti (0)
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